Marilena T. (Nuoro)
Preciso tuttavia che la maggior parte dei casi di dolore ai rapporti non è causata da pregresse violenze, ma da altri fattori medici, fra cui le vaginiti recidivanti da Candida, la vestibolite vulvare (o vestibolodinia provocata), l’episiotomia e le lacerazioni da parto, la secchezza vaginale, la carenza di estrogeni, la radioterapia… La diagnosi differenziale è sempre alla base di una terapia efficace!
Le ragioni del corpo
Attenzione: la memoria non è solo quella psichica, che ha precise sedi nel nostro cervello a livello del lobo limbico e dell’amigdala. Esiste anche una memoria “somatica”, fisica, mediata dal sistema neurovegetativo, fondamentale perché coordina e dirige tutte le funzioni involontarie (automatiche) del nostro corpo: il sonno, l’appetito, la digestione, il respiro, i battiti del cuore, la pressione arteriosa, la tensione muscolare, la sudorazione… Un esempio per tutti: quando abbiamo un incubo che ci fa rivivere un trauma subìto (un abuso, un incidente, un abbandono), nel sonno riviviamo lo stesso terremoto neurovegetativo vissuto al momento del trauma. Il terrore, l’orrore, l’angoscia di morte sono gli stessi; e sono uguali alla prima esperienza anche la contrazione muscolare, il cuore a mille, il respiro oppresso, la sudorazione gelata. Ogni incubo radica quell’esperienza terribile ancora più a fondo nel ricordo. Oggi sappiamo che esiste un vero e proprio “cervello enterico”, traduzione scientifica del popolare “pensare e sentire con la pancia”. Un cervello complesso, in cui abita una parte fondamentale del sistema neurovegetativo, ma in cui si trovano in grande maggioranza anche i neurotrasmettitori principe – come la serotonina – che regolano il tono dell’umore, lo stato di benessere o malessere, la depressione, l’ansia o la tristezza, che hanno precisi correlati nella funzione o disfunzione gastrointestinale.
Non solo ricordi, dunque, ma complessità di esperienza psichica vissuta ed espressa con tutto il corpo. “Somatizzare”, allora, non significa affatto, come molti intendono, “inventarsi le malattie o i disturbi con la psiche”, ma esprimere anche attraverso il corpo quello che succede nella mente. E viceversa: cominciamo allora a capire perché una violenza sessuale può causare dolori addominali cronici, dolori pelvici, cefalee, mialgie, oltre ad ansia, depressione, sindrome post-traumatica da stress, angosce e fobie. Tutto il nostro corpo parla la stessa lingua, anche se a livelli diversi di complessità. Per limitare le conseguenze è indispensabile cercare un aiuto medico e psicologico, ma anche ottenere giustizia.
Come riconoscere i sintomi e i segni di abuso nelle bambine
Ecco che cosa è necessario prendere in considerazione:
- segni visibili: ecchimosi e lacerazioni genitali (presenti nel 20% dei casi) o in altre parti del corpo;
- indicatori aspecifici di disagio, quali: disturbi del sonno, con difficoltà di addormentamento, paura del buio prima inesistente, risvegli improvvisi, incubi; disordini alimentari (anoressia, bulimia o fluttuazioni tra entrambi i comportamenti); perdita di controllo degli sfinteri; atti di autolesionismo;
- indicatori più specifici di disagio, quali: interesse o comportamenti sessuali atipici per l’età; atti “seduttivi”; masturbazione compulsiva; reazioni estreme al lavarsi o ad essere lavati; rifiuto di partecipare ad attività sociali (per esempio, uno sport) che implichino momenti di nudità.
Le ripercussioni a distanza di episodi abusivi sono molteplici e sono influenzate:
- dal tipo di relazione con l’abusante;
- dal fatto che la bambina venga o meno creduta e sostenuta in ambito soprattutto familiare, ma anche giudiziario.
E’ indispensabile l’elevata competenza di psicologi, neuropsichiatri e giudici.
Le ragioni del cuore
- nell’identità sessuale, nella femminilità, ma anche nell’autostima e nella fiducia di meritare di essere amata, perché l’abuso la fa sentire “sporca”, “degradata”, immeritevole (come se ci fosse una colpa e o una responsabilità);
- nella funzione sessuale, con caduta del desiderio, dell’eccitazione, difficoltà orgasmiche e dolore ai rapporti;
- nella relazione di coppia: anche quando l’abuso è causato da terze persone, ci possono essere gravi conseguenze fisiche, emotive e sessuali (dall’abbandono ad abusi successivi all’interno della coppia).
Per uscire da questo tunnel doloroso, fisico ed emotivo, sono indispensabili:
- una diagnosi accurata della violenza e appropriate terapie mediche, anche farmacologiche: per esempio, la paroxetina, un antidepressivo, assunta subito dopo la violenza per settimane o mesi, sotto controllo medico, riduce le conseguenze depressive a lungo termine e la gravità della sindrome post-traumatica da stress;
- una psicoterapia, per dare parole al dolore e liberarsi della tempesta di emozioni negative, di sensi di colpa e di indegnità che l’abuso provoca;
- una fisioterapia, per ridurre il rischio di ipertoni del muscolo elevatore con successivo dolore ai rapporti;
- una terapia sessuologica specifica, quando indicata.
Con la terapia appropriata, un adeguato sostegno affettivo – in famiglia, nella coppia o nell’amicizia – e un aiuto spirituale, anche dopo un abuso è possibile ritornare ad avere fiducia (selettiva) nelle persone e nella vita e ritrovare il sorriso.
Che cosa fare se si subisce una violenza?
- Rivolgersi subito al più vicino Pronto Soccorso, meglio se ad un Centro Antiviolenza, il cui personale è specificamente preparato per accogliere, confortare e documentare l’abuso in modo completo e raccogliere le prove di quanto avvenuto.
- Il medico per redigere il referto dovrà fare: una visita medica generale e ginecologica, prelievo del sangue e del muco genitale, identificazione di eventuali germi patogeni con tamponi vaginali e cervicali (per diagnosticare possibili malattie sessualmente trasmesse); una descrizione accurata e sistematica di tutte le lesioni (ecchimosi, graffi, lacerazioni, tagli…), con immagini fotografiche nitide e dettagliate; una registrazione audio del racconto della donna (ancor più essenziale in caso di bambine/i); verranno inoltre effettuati esami del sangue e altri rilievi da ripetere a distanza di tempo (le malattie sessualmente trasmesse hanno tempi di incubazione diversi); verrà infine valutata l’indicazione a una contraccezione di emergenza.
- Chiedere un supporto psicologico, prezioso anche nei giorni e mesi successivi alla violenza.
- Chiedere tutte le informazioni sulla possibilità di patrocinio gratuito a carico dello Stato, che per legge ora supporta economicamente le vittime durante la causa legale.
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