Caterina F. (Rieti)
Le ragioni del corpo
1. la via appetitiva, che regola la voglia di vivere, di fare, di rapportarsi col mondo, di conquistare: un amore, un lavoro, un territorio, un risultato. Regola quindi l’emozione del desiderio, nel senso più ampio: dal desiderio sessuale alla gioia di vivere, di fare, di creare;
2. la via motoria: ecco perché il depresso tende anche a non muoversi: gli manca il comando biochimico che attiva il movimento;
3. la via del pensiero logico lineare: ecco perché il depresso si avvita in pensieri quasi ossessivi, ripetendo sempre le stesse cose.
Si riducono anche le endorfine, che sono le nostre molecole della gioia: il depresso perde la capacità di provare piacere in qualsiasi cosa, affondato com’è in una palude di tristezza, di malinconia, di nostalgia.
Dal punto di vista nervoso, come le dicevo, c’è una frenata generale delle sostanze che regolano il nostro rapporto con il mondo e la nostra capacità di provare piacere anche in attività che prima ci stavano molto a cuore. A questo corrisponde la tendenza a ritrarsi in se stessi, a chiudersi letteralmente in casa, a non vedere più nessuno, a perdere gusto anche nella cura di sé.
Un evento psichico drammatico come un lutto causa dunque alterazioni biologiche e psichiche che concorrono a quell’insieme di sintomi e comportamenti che chiamiamo depressione. Non ultimo, data la sua età vicina alla menopausa, è possibile che ci sia una frenata degli ormoni sessuali. Ecco perché per aiutarla è indispensabile una diagnosi che tenga conto di tutte queste componenti, con un’attenzione speciale a riequilibrare gli ormoni (estrogeni, progesterone e testosterone) che sono i migliori amici della gioia di vivere e del desiderio, in tutte le sue declinazioni.
Depressione e conseguenze sulla sessualità
- Più grave è la depressione, maggiori le conseguenze sulla funzione sessuale
- E’ vero anche l’opposto: disfunzioni sessuali persistenti possono causare depressione, con un effetto moltiplicatore di due-tre volte a seconda degli studi
- Anche gli antidepressivi possono causare disfunzione sessuale: l’effetto dipende dal tipo di farmaco e dal dosaggio
Le ragioni del cuore
Le strategie per stare meglio
- E’ poi utile contrastare la tendenza a chiudersi in casa, nell’immobilità fisica e psichica della nostalgia e del rimpianto, riprendendo quotidianamente un regolare movimento fisico: da una passeggiata di un’oretta all’aria aperta a un’attività più completa in palestra o in piscina.
La "terapia della vita": il movimento fisico come antidepressivo pro-sessuale
- scarica le emozioni negative che altrimenti si accumulano nel corpo, causando ulteriore tensione, malessere e frenata del desiderio;
- riduce fino al 30% l’infiammazione generale, di basso grado ma cronica, che si accompagna allo stress prolungato e al lutto. Più siamo infiammati, più siamo depressi e peggio invecchiamo. L’infiammazione tissutale diffusa aumenta il rischio di cancro e di malattie cardiovascolari e neurodegenerative: il movimento fisico quotidiano, fatto con saggezza, riduce l’infiammazione, la depressione e le patologie associate;
- aumenta le endorfine, che sono le molecole della gioia;
- migliora la qualità del sonno;
- riduce la fame nervosa compensatoria, e quindi anche il rischio di aumentare di peso;
- migliora la risposta sessuale fisica, specialmente se accompagnato a esercizi per gli adduttori, per il muscolo elevatore dell’ano e per i glutei, purché ben eseguiti;
- se fatto in compagnia, il movimento fisico ci gratifica anche dal punto di vista emotivo e affettivo. Per deve essere considerato come parte integrante di quella che chiamo “terapia della vita”, in cui il recupero di comportamenti quotidiani più sani ci aiuta pian piano a ritrovare una più appagante salute.
La grande alleanza: psicoterapia e farmaci antidepressivi
- Contemporaneamente, riequilibrando con i giusti farmaci il livello dei neurotrasmettitori, che sono le “parole” con cui le cellule nervose dialogano tra loro, migliorano nettamente l’energia vitale e il tono dell’umore, e si riducono l’ansia, la tristezza, la malinconia, la negatività, la tendenza al catastrofismo. I farmaci vanno visti come gli occhiali per chi è miope: senza sentirsi “diminuiti” nel proprio valore, ma aiutati a recuperare quell’equilibrio, anche biochimico, grazie al quale possiamo poi di nuovo guardare il mondo con fiducia e lenti colorate.
Depressione Disturbi del desiderio Infiammazione Lutti e perdite Secchezza vaginale Sport e movimento fisico