Margherita C. (Bergamo)
Purtroppo si tende (ancora) a dosare questa preziosissima vitamina solo nelle donne di mezza età o nelle anziane, pensando che serva solo per ridurre il rischio di osteopenia o osteoporosi. In realtà la carenza di vitamina D è in assoluto la più frequente carenza nutrizionale nel mondo (!) ed è anche una delle condizioni mediche più frequenti. Oggi i pediatri avveduti la integrano nei bambini, ma dopo l’adolescenza quest’attenzione si perde. Io stessa sto trovando moltissime ragazze con carenze davvero preoccupanti. Anche perché questa potente vitamina svolge molte altre funzioni, essenziali per l’organismo.
Per esempio, molti studi evidenziano come i livelli di vitamina D siano inversamente correlati al diabete: più è bassa, più aumenta la probabilità di averlo! La sua carenza aumenta il rischio di diabete sia di tipo 1 (insulinodipendente) sia di tipo 2 (metabolico o alimentare), nonché delle conseguenze infiammatorie e vascolari del diabete stesso. Riportando la vitamina D a livelli normali si aumenta la sensibilità all’insulina e si riduce l’infiammazione. Una bassa vitamina D nel sangue aumenta anche il rischio di obesità, perché le cellule del tessuto adiposo (adipociti) sono un suo bersaglio diretto: ne influenza infatti sia lo sviluppo e la moltiplicazione, sia la funzione. Ha un ruolo indispensabile in gravidanza: l’integrazione può ridurre del 60% il rischio di basso peso alla nascita. In più ha anche un ruolo prezioso nella prevenzione dei tumori: ne parliamo un’altra volta!
Prevenire e curare – Controllate la vitamina D!
- Per garantire questi livelli, bisogna introdurre almeno 1000 UI di vitamina D al giorno (per esempio, assumendo 3-4 gocce al giorno, o 20-30 alla settimana, su parere del medico, prendendole da un flaconcino di 10.000 UI/mL)
- Va assunta con un pezzetto di mollica di pane, non in acqua (è liposolubile, non idrosolubile), oppure mettendola direttamente in bocca