Le funzioni della vitamina D sono molteplici. Merita conoscerle per capire perché è così amica della nostra salute. Protegge la salute dell’osso, attivando gli operai costruttori (“osteoblasti”) e riducendo l’attività dei distruttori (“osteoclasti”), attenuando così il rischio di osteopenia e osteoporosi, ancor più se valorizzata e sinergizzata con adeguato movimento fisico, calcio, magnesio e vitamina K. Protegge la salute dei muscoli, prevenendo la distruzione di proteine contrattili muscolari, con perdita di massa muscolare, forza e performance, fino alla “sarcopenia”, fra l’altro migliorando l’utilizzo periferico dell’insulina, proprio a livello muscolare. Potenzia la competenza del sistema immunitario, con tre declinazioni principali. La sua carenza aumenta la vulnerabilità alle infezioni, fra cui quelle respiratorie, così diffuse in autunno/inverno, la tubercolosi, ora in gran ritorno, le infezioni da HIV, ma anche da funghi, e le sepsi, con un’azione indiretta: quando è carente cambia il microbiota intestinale con minore produzione endogena di vitamina B (acido pantotenico). Questo aumenta la vulnerabilità anche alle malattie infiammatorie e autoimmuni, tra cui la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso e la fibromialgia, in cui è ancora più importante supplementarla per garantire livelli plasmatici e tissutali ottimali. Riduce il rischio di tumori, attraverso l’azione sia sul sistema immunitario, di cui aumenta la capacità di intercettare e distruggere le cellule anarchiche tumorali, sia attraverso un’azione “anti-infiammatoria”, mediata anche dall’azione sul microbiota intestinale. Riduce la vulnerabilità alla comparsa e alla progressione del diabete mellito di tipo 2 (cosiddetto “alimentare”), soprattutto se integrata con una minima introduzione di zuccheri tipo glucosio e saccarosio, e un aumento dell’attività fisica aerobica, perché ottimizza l’utilizzo periferico dell’insulina e l’azione del microbiota intestinale. Aiuta cioè i microrganismi amici che abitano il nostro intestino, modulando l’attività sia del pancreas, sia del cervello viscerale, che tanto condiziona le basi sensoriali ed emozionali del nostro benessere fisico e mentale. Migliora la salute cardiovascolare, con un’azione primaria di tipo antinfiammatorio sull’endotelio, la mucosa che riveste la parete interna dei vasi, e azioni indirette attraverso la riduzione del diabete e dell’ipertensione.
E sul cervello? Ha azioni sorprendenti: la vitamina D è un vero e proprio “neuro-ormone”, come anticipavo, grazie alla sua azione protettiva e rigenerativa sul sistema nervoso centrale, periferico e viscerale. Aiuta lo sviluppo del cervello fin dal concepimento, protegge le cellule nervose, ne migliora le capacità di ridurre i danni tossici e traumatici, ne ottimizza la capacità di creare nuove connessioni (che sono la base del pensiero) e riduce l’infiammazione cerebrale. E’ essenziale in gravidanza, per lo sviluppo del cervello del piccolo. Dopo la nascita, protegge la qualità del sonno, ci aiuta a restare più calmi, a pensare meglio, a sentire meno dolore. Riduce il rischio di Alzheimer e Parkinson, spesso associati all’osteoporosi, per fattori comuni mediati proprio dalla vitamina D.
Come medico, come potrei non appassionarmici? Con un suggerimento per tutti: parlatene con il vostro medico. Potrebbe essere preziosa per tutta la famiglia, dall’infanzia in su. E per alcuni di più!
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