Elisabetta C, molto arrabbiata
Box 1. La regola dell'ombra
Identikit della vitamina D
In particolare, la vitamina D stimola:
- gli osteoblasti, ossia gli operai che costruiscono le ossa. Attenzione: la massima perdita di osso si ha due anni prima e due anni dopo la menopausa. Sono i quattro anni di massima allerta! Per questo la vitamina D è essenziale per ridurre il rischio di osteopenia/osteoporosi, purché ci siano anche adeguate quantità di calcio, magnesio, silicio e altri ioni preziosi, e una regolare attività fisica quotidiana, tutti fattori necessari per costruire un osso “biomeccanicamente” adeguato, denso ed elastico allo stesso tempo;
- i mioblasti, operai costruttori del muscolo, così da contrastare la sarcopenia, ossia la perdita di muscolo tipica dell’invecchiamento, aggravata dalla menopausa e dalle degenze a letto in caso di malattia. Le donne con bassa vitamina D hanno più “dinapenia”, ossia perdita di forza muscolare;
- le cellule del pancreas. E’ fondamentale per ridurre il rischio di diabete, di tipo 1 (giovanile), se somministrata fin dai primi mesi di vita (e la mamma in gravidanza dovrebbe sempre assumerla, all’interno di un integratore specificamente studiato per le mamme in attesa: quante lo fanno?) e di tipo 2 (alimentare), che esplode in menopausa. La vitamina D stimola la produzione di insulina da parte delle cellule del pancreas, da un lato; dall’altro favorisce la produzione dei recettori per l’insulina sui tessuti periferici, ottimizzandone l’azione sul metabolismo, che ne risulta potenziato, riducendo il rischio di sindrome metabolica (diabete, ipertensione, alti trigliceridi, alto colesterolo, basso HDL colesterolo (quello buono). Ridurre il diabete significa agire su molti altri aspetti della salute;
- le cellule dei vasi sanguigni (“endoteliali”), con meno ipertensione e meno infarti. Va ricordato che l’infarto è la prima causa di morte nella donna italiana, che il rischio aumenta molto dopo la menopausa, e che il 34.6% delle donne italiane muore d’infarto o altre malattie cardiovascolari, come l’ictus;
- gli adipociti, cellule del tessuto adiposo. Siccome è solubile nei grassi (liposolubile), la vitamina D si accumula quasi esclusivamente nel tessuto adiposo, da cui viene liberata in piccole quantità. E’ preziosa perché attiva la conversione da grasso bianco, inerte e infiammato, a grasso bruno, metabolicamente più vivace, e da cui il grasso è più facile da mobilizzare per essere usato e “bruciato”. Ci aiuta così a restare in forma, magre e toniche (sempre con un po’ di movimento virtuoso);
- le cellule del sistema immunitario, il nostro esercito: quando è bassa, siamo molto più vulnerabili a infezioni d’ogni tipo. Pensiamoci, dosiamola e, se bassa, assumiamola, soprattutto se siamo soggette a infezioni respiratorie, intestinali o genitali ricorrenti. In sua carenza il sistema immunitario “sbaglia” anche molto di più, fino ad attaccare il nostro stesso organismo, con le cosiddette malattie autoimmuni. Non solo: quando questo nostro esercito di difesa, il sistema immunitario appunto, è meno efficiente, aumenta anche il rischio di tumori e di recidive. Basti dire che le diagnosi di cancro e di recidive sono molto più frequenti d’inverno e minime d’estate. Riduce inoltre l’infiammazione, che è il denominatore comune di tutte le patologie che peggiorano con l’età e la menopausa;
- le cellule nervose (“neuroni”), sia nel sistema nervoso centrale, sia in quello viscerale. La sua carenza aumenta la vulnerabilità alla depressione, alle malattie neurodegenerative e alle malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla.
Con livelli di vitamina D al di sotto del minimo normale (30 nanogrammi/millilitro), la nostra salute è azzoppata: questa è la triste verità. Per questo è essenziale integrarla, a tutte le età, da settembre a maggio almeno, ma anche d’estate se non ci si espone al sole. Può essere assunta da fonti alimentari (l’olio di fegato di merluzzo, caro alle nostre nonne) o come integratore. L’ideale è assumerla giornalmente, a dosi variabili a seconda dell’obiettivo terapeutico (800-2000 Unità Internazionali, UI) (box 2) o in dosi maggiori con diversa cadenza. Essenziale è la costanza di assunzione, anche in perimenopausa, per garantirsi una più felice longevità in salute. Sempre in sinergia con una alimentazione sana e una regolare attività fisica aerobica quotidiana: camminare a passo veloce (box 3), almeno 45 minuti al giorno, meglio se al mattino. Le prime ore della giornata hanno l’oro in bocca, anche per la salute!
Box 2. I livelli ottimali
- I livelli ottimali variamo da 30 a 70 nanogrammi/ml
- I migliori risultati in salute si ottengono quando il livello nel sangue è superiore a 40 ng/ml
Box 3. Passo veloce, cervelli in forma
- aumenta la velocità del passo che, ad ogni età, correla con la longevità in salute;
- aumenta la forza del quadricipite, che correla con la performance mentale;
- aumenta la velocità nell’alzarsi dalla sedia;
- aumenta la forza di presa nella mano (“grip test”).
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