Ottimo il segnale sul fronte libri: gli italiani leggono molto di più, con un trend di grande conforto. Chi legge un libro si (ri)allena a pensare, ad argomentare, a progettare, a sognare, a impegnarsi, anche, in modo più autonomo. «Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza», scriveva Antonio Gramsci per sottolineare il ruolo della cultura nello sviluppo sociale. Aggiungo, nella crescita di una vera democrazia, feconda e libera, fatta di cittadini competenti.
Istruirsi, studiare, conoscere, approfondire, a tutte le età, ci rende protagonisti attivi, nella vita personale e pubblica. Capaci di scegliere, senza farsi (troppo) pilotare da una pubblicità pervasiva e dal moloch dei social: dallo stile di vita al lavoro, dalla cura attenta e vivace della propria salute fisica e mentale al progetto di felicità, attiva e curiosa, da perseguire con quotidiana perseveranza. Capaci di essere soggetti pensanti, attenti e autocritici, invece che ripetitori di parole in libertà, spesso totali follie recitate con l’arrogante certezza di detenere l’unica verità.
Stimoliamo i più giovani, figli e allievi, a riscoprire il gusto di leggere libri, di studiare e pensare in autonomia, uscendo dal conformismo, vertiginoso e acquiescente, che si è esasperato durante il lockdown. E continuiamo noi stessi a leggere e a studiare. Nel cervello abbiamo tanti neuroni quante sono le stelle della Via Lattea: la maggior parte inutilizzati e candidati a morire. Usiamoli, valorizziamo questo patrimonio straordinario, prezioso per vivere con maggiore salute, soddisfazione e consapevolezza. Noi adulti, genitori e insegnanti, abbiamo in questo una grande responsabilità. Buon esempio in primis: a cominciare da meno turpiloqui e banalità e più approfondimento, prima di argomentare.
Felice e stimolante il segnale sul fronte sport, dove quest’anno l’Italia ha vinto tantissimo, nelle discipline più diverse. Dove i nostri atleti hanno brillato per competenza tecnica, qualità di esecuzione, lucidità espressiva, capacità di concentrazione per arrivare carichi al giorno della prova: alle spalle, migliaia di ore di allenamenti quotidiani, di sacrifici, di rinunce, senza alibi, senza “se” e senza “ma”. Tra le molte gioie che i nostri atleti ci hanno dato, ho negli occhi, per sempre, il filmato delle nostre atlete della ginnastica ritmica, che hanno vinto l’oro in Giappone. Farfalle di sublime precisione tecnica, e sinfonico gioco di squadra, grazie anche a una regista, la loro allenatrice, di eccezionale capacità ed eccellenza, sia sul fronte tecnico, sia sul fronte umano. Quanta bellezza, leggiadria ed eleganza! E quanto lavoro silenzioso, quanta competenza tecnica, quante ripetizioni centinaia e migliaia di volte, dentro quei gesti che sembrano essersi liberati della forza di gravità per cercare la perfezione. Una gioia ammirarle, per gli occhi e per il cuore. E un monito all’impegno: le diverse vittorie sportive sono preziose anche per ridare fiducia alla popolazione, per nutrire un bel sentimento di orgoglio nazionale e al tempo stesso di gratitudine per le molte energie fresche e talentuose che ci vengono dagli atleti immigrati dai più diversi Paesi.
Sul fronte politico, Mario Draghi sta indicando agli italiani quanto la competenza maturata in anni di lavoro ardente e scrupoloso conti nell’aumentare il credito personale, l’autorevolezza e il carisma, sul fronte nazionale e internazionale. Tuttavia non possiamo demandare a un premier, ancorché brillante, le sorti di un Paese dai contrasti e dalle incrinature profonde. Serve l’impegno di tutti, per riconquistare competenza, la base della credibilità, in ogni aspetto della vita sociale. Solo l’impegno personale, dallo studio allo sport, dal lavoro dipendente all’imprenditoria, dalla sanità al volontariato, può consentirci di coltivare i molti talenti che abbiamo nel nostro patrimonio genetico e nella nostra storia. Per essere all’altezza delle sfide che ci aspettano, con fiducia, cervello e cuore.
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