Luisa V. (Verona)
E un altro studio italiano ci dice che ben il 35% delle adolescenti al di sotto dei 15 anni fa già uso di alcolici: il problema quindi esiste ed è grave, anche perché la percentuale sale rapidamente in adolescenti di età maggiore.
Come capire se un figlio fa uso di alcol?
Nel dubbio, perché non usare un etilometro domestico monouso? Io lo raccomando: se tutti i genitori lo usassero al momento del rientro dei figli, avrebbero immediatamente la percezione di che cosa sta succedendo, e con che livello di gravità, senza tante discussioni, dinieghi e irritazioni. Un dato obiettivo, da cui partire per riprendere contatto con i propri figli, il loro cuore e il loro futuro. Parlando con chiarezza dei rischi dell’alcol, che non vanno mai banalizzati. Anzi, si dovrebbe educare i figli a fare loro stessi il test, all’uscita da discoteche o feste varie, prima di decidere chi tra loro guiderà nel ritorno a casa. Ancora meglio, bisognerebbe fare come nei Paesi anglosassoni: si decide a inizio serata chi guiderà al rientro, e lui o lei non bevono. Questo non elimina il problema dell’alcol, ma ne può ridurre drasticamente il costo in vite perdute e in incidenti gravissimi con lesioni fisiche e/o mentali permanenti.
Gentile signora Luisa, auguri di cuore per sua figlia, i suoi più sfortunati amici, e i tanti ragazzi e ragazze che perdono vita o salute per aver sottovalutato il rischio di bere vino, birra e altri alcolici senza misura.
Prevenire e curare – Alcol: mai banalizzare!
- insidiose anche le “happy hour” alcoliche: all’ora di cena molti adolescenti hanno già un tasso di alcol nelle vene pericoloso per sé – anche sul motorino – e per gli altri, se alla guida di un’auto;
- la crescente abitudine all’alcol crea dipendenza ma anche assuefazione a quantità sempre maggiori: l’illusorio “lo reggo bene” fa ulteriormente sottostimare le pesanti conseguenze, a breve e lungo termine.
Ecco perché, anche sull’alcol, con i figli è meglio parlare chiaro, e in modo autorevole. Ed essere vigili!