Nerattini M, Jett S, Andy C, Carlton C, Zarate C, Boneu C, Battista M, Pahlajani S, Loeb-Zeitlin S, Havryulik Y, Williams S, Christos P, Fink M, Brinton RD, Mosconi L.
Systematic review and meta-analysis of the effects of menopause hormone therapy on risk of Alzheimer’s disease and dementia
Front Aging Neurosci. 2023 Oct 23;15:1260427. doi: 10.3389/fnagi.2023.1260427. PMID: 37937120; PMCID: PMC10625913
Valutare l’impatto della terapia ormonale sostitutiva sul rischio di demenza di Alzheimer: è questo l’obiettivo della review sistematica coordinata da Matilde Nerattini ed espressione dei Dipartimenti di Neurologia e Ginecologia della Weill Cornell Medicine, la facoltà di Medicina della Cornell University di New York (Stati Uniti).
Nonostante che gli effetti neuroprotettivi degli estrogeni siano documentati da un’ampia letteratura preclinica, l’efficacia della terapia ormonale per la riduzione del rischio di Alzheimer nella donna in menopausa è controversa.
La ricerca è stata condotta su 6 trial randomizzati controllati (21.065 donne trattate e 20.997 placebo) e 45 studi osservazionali (768.866 casi e 5,5 milioni di controlli).
Questi, in sintesi, i risultati.
I trial randomizzati, peraltro condotti su donne di età pari o superiore a 65 anni, mostrano un aumento del rischio di demenza con la terapia estroprogestinica (RR = 1.64, 95% C.I. 1.20-2.25, p = 0.002) ed effetti non significativi con la terapia estrogenica (RR = 1.19, 95% C.I. 0.92-1.54, p = 0.18).
Ben diverse le indicazioni degli studi osservazionali che documentano un rischio ridotto sia di Alzheimer (RR = 0,78, 95% C.I. 0,64-0,95, p = 0,013) che di demenza in generale (RR = 0,81, 95% C.I. 0,70-0,94, p = 0,007), anche se effetti statisticamente significativi si rilevano solo con la terapia estrogenica (RR = 0,86, 95% C.I. 0,77-0,95, p = 0,002), e non con quella estroprogestinica (RR = 0,910, 95% C.I. 0,775-1,069, p = 0,251).
Inoltre:
- l’analisi stratificata delle stime aggregate indica un rischio ridotto di demenza con terapia estrogenica del 32% (RR = 0,685, 95% C.I. 0,513-0,915, p = 0,010) e riduzioni non significative con terapia estroprogestinica di mezza età (RR = 0,775, 95% C.I. 0,474-1,266, p = 0,309);
- la terapia ormonale in tarda età correla un aumento del rischio, peraltro non significativo (terapia estroprogestinica: RR = 1,323, 95% C.I. 0,979-1,789, p = 0,069; terapia estrogenica : RR = 1.066, 95% C.I. 0,996-1,140, p = 0,066.
Questi risultati rilanciano l’interesse della ricerca per la valutazione dei benefici della terapia estrogenica sul rischio di Alzheimer.