La tecnica di sequenziamento utilizzata, analizzando il gene chiamato 16S rRNA (una sorta di carta d’identità dei microrganismi), consente di identificare i batteri presenti in un campione e la loro quantità.
Lo studio è stato condotto per 8 settimane su 20 donne in contraccezione con un anello rilasciante una quantità giornaliera di 15 mcg di etinilestradiolo e 120 mcg di etonogestrel. Il microbioma vaginale è stato verificato al basale e dopo 2 mesi.
Questi i risultati dello studio:
- la varietà e le proporzioni fra le diverse specie batteriche non sono cambiate in misura significativa;
- il ceppo batterico dominante si è confermato il Lactobacillus crispatus;
- solo una partecipante con una storia clinica di vestibolodinia e vulvovaginiti recidivanti ha manifestato un incremento relativo di batteri anaerobi.
Pur tenendo conto della limitata ampiezza del campione, si può concludere che:
- l’anello contraccettivo combinato non influisce negativamente sulla composizione del microbioma vaginale;
- le donne affette da dolore vulvare e vulvovaginiti ricorrenti richiedono tuttavia un monitoraggio microbiologico periodico.