Fernández-Gaxiola AC, De-Regil LM.
Intermittent iron supplementation for reducing anaemia and its associated impairments in adolescent and adult menstruating women
Cochrane Database Syst Rev. 2019 Jan 31;1:CD009218. doi: 10.1002/14651858.CD009218.pub3
Valutare i benefici della supplementazione intermittente di ferro nella cura dell’anemia sideropenica nelle donne in età fertile: è questo l’obiettivo della review di Ana C. Fernández‐Gaxiola e Luz Maria De‐Regil, dell’Instituto Nacional de Salud Pública di Cuernavaca, Messico.
La cura standard dell’anemia sideropenica è la supplementazione giornaliera del ferro, che però si associa a diversi effetti indesiderati come la nausea, la stipsi e la colorazione dei denti. Lo studio intende verificare se, in base ai dati di letteratura, la supplementazione intermittente possa costituire un’alternativa altrettanto efficace e più sicura. Queste due modalità di somministrazione sono state confrontate fra loro, con un placebo e con l’assenza di interventi.
Le due ricercatrici hanno interrogato diversi database, fra cui Central, Medline, Lilacs, Ibecs e Imbiomed, per un totale di 25 studi selezionati e 10.996 pazienti in età fertile e non soggette ad amenorrea per gravidanza, allattamento o patologie in corso. La forme di supplementazione intermittente prese in considerazione prevedono la somministrazione di ferro una, due o tre volte la settimana, in giorni non consecutivi.
Questi, in sintesi, le principali indicazioni emerse dall’analisi dei dati:
- la supplementazione intermittente di ferro (SIF), da sola o in associazione ad altre vitamine e altri minerali, in confronto al placebo o all’assenza di interventi, riduce il rischio di anemia (risk ratio [RR] 0.65, 95% CI, 0.49-0.87; 11 studi; 3135 partecipanti; qualità dell’evidenza [evidence quality, EQ]: bassa), e migliora le concentrazioni di emoglobina (mean difference [MD] 5.19 g/L, 95% CI, 3.07-7.32; 15 studi; 2886 partecipanti; EQ: moderata), e ferritina (MD 7.46 μg/L, 95% CI, 5.02-9.90; 7 studi; 1067 partecipanti; EQ: bassa);
- secondo una minoranza di studi di bassa qualità, peraltro, la SIF riduce il rischio di carenza di ferro (RR 0.50, 95% CI; 0.24-1.04; 3 studi; 624 partecipanti; EQ: bassa), ma non è chiaro se riduca anche l’anemia da carenza di ferro (RR 0.07, 95% CI; 0.00-1.16; 1 studio; 97 partecipanti; EQ: molto bassa) e la morbilità generale (RR 1.12, 95% CI; 0.82-1.52; 1 studio; 119 partecipanti; EQ: molto bassa);
- le pazienti incluse nel gruppo di controllo hanno un minor rischio di avere effetti indesiderati rispetto a quelle sottoposte a SIF (RR 1.98, 95% CI; 0.31-12.72; 3 studi; 630 partecipanti; EQ: moderata);
- la SIF (da sola o in associazione ad altre vitamine e altri minerali) produce sull’anemia effetti simili alla supplementazione giornaliera di ferro (SGF) (RR 1.09, 95% CI; 0.93-1.29; 8 studi; 1749 partecipanti; EQ: moderata). In particolare, la SIF produce effetti paragonabili sulle concentrazioni di emoglobina (MD 0.43 g/L, 95% CI; -1.44-2.31; 10 studi; 2127 partecipanti; EQ: bassa), ma effetti inferiori sulle concentrazioni di ferritina (MD -6.07 μg/L, 95% CI; -10.66/-1.48; 4 studi; 988 partecipanti; EQ: bassa);
- in confronto alla SGF, i regimi intermittenti posso ridurre il rischio di carenza di ferro (RR 4.30, 95% CI; 0.56-33.20; 1 studio; 198 partecipanti; EQ: molto bassa);
- la SIF riduce, rispetto alla SGF, il rischio di effetti collaterali (RR 0.41, 95% CI; 0.21-0.82; 6 studi; 1166 partecipanti; EQ: moderata);
- i riscontri sugli esiti della patologia e sull’aderenza delle pazienti alle terapie sono scarsi, e gli effetti della SIF su queste variabili rimangono poco chiari;
- gli effetti sull’anemia della SIF non sembrano dipendere dal fatto che la terapia venga somministrata una o due volte la settimana, per meno o più di tre mesi, con una dose settimanale di ferro inferiore o superiore a 60 mg, e a gruppi di pazienti con differenti livelli di anemia alla baseline;
- la risposta alla SIF, inoltre, non sembra variare nelle aree soggette a malaria, anche se pochi trial sono stati condotti in questi contesti.
In conclusione:
- la qualità delle evidenze raccolte varia da molto bassa a moderata, il che rende non conclusivi i risultati raccolti;
- secondo gli studi selezionati, la somministrazione intermittente di ferro può ridurre l’anemia e migliorare lo storage del minerale nelle donne in età fertile;
- la somministrazione intermittente di ferro tende ad avere la stessa efficacia della somministrazione giornaliera nella prevenzione e nella cura dell’anemia sideropenica.