Holland JF, Khandaker GM, Dauvermann MR, Morris D, Zammit S, Donohoe G.
Effects of early life adversity on immune function and cognitive performance: results from the ALSPAC cohort
Soc Psychiatry Psychiatr Epidemiol. 2020 Jan 2. doi: 10.1007/s00127-019-01813-8. [Epub ahead of print]
Valutare se sussista una correlazione fra avversità infantili e sviluppo cognitivo, e se tale correlazione sia influenzata da meccanismi di natura infiammatoria: è questo l’obiettivo dello studio coordinato da Jessica F. Holland ed espressione – fra gli altri – del «Centre for neuroimaging, cognition and genomics» presso la National University of Ireland a Galway, Irlanda, e del dipartimento di Psichiatria dell’Università di Cambridge, Regno Unito.
Per “avversità infantile” si intende ogni evento che possa provocare un grave stress cronico nei primi cinque anni di vita: abusi fisici e sessuali, percosse, educazione troppo severa, catastrofi naturali, povertà, trascuratezza.
Lo studio è stato condotto su dati epidemiologici relativi a circa 5000 soggetti e desunti dall’«Avon longitudinal study of parents and children» (ALSPAC). La performance cognitiva è stata valutata attraverso il quoziente d’intelligenza; il quadro infiammatorio è stata apprezzato misurando i livelli di proteina C-reattiva e interleuchina 6.
Questi, in sintesi, i risultati:
- è stata osservata una significativa correlazione fra basso QI e maltrattamenti familiari;
- il deficit cognitivo correla a sua volta con elevati livelli di infiammazione;
- dai dati, tuttavia, non emerge in modo sicuro se sia proprio l’infiammazione il fattore di collegamento tra gli eventi avversi e il deficit cognitivo;
- gli Autori illustrano quindi altri meccanismi che potrebbero spiegare la correlazione.