Commento a:
Chan O, Daudi A, Ji D, Wang M, Steen JP, Parnian P, Li C, Xiong A, Zhang W, Lopes LC, MacKillop J, Busse JW, Wang L.
Cannabis use during adolescence and young adulthood and academic achievement: a systematic review and meta-analysis
JAMA Pediatr. 2024 Oct 7:e243674. doi: 10.1001/jamapediatrics.2024.3674. Epub ahead of print. PMID: 39374005; PMCID: PMC11459363
Valutare l’impatto del consumo di cannabis sul rendimento accademico: è questo l’obiettivo della review sistematica condotta da un team di ricercatori canadesi dell’Università di Toronto e della McMaster University, in Ontario.
Lo studio è stato condotto su 63 studi osservazionali selezionati su CINAHL, EMBASE, MEDLINE, PsycInfo, PubMed, Scopus e Web of Science, per un totale di 438.329 studenti. Gli studi valutavano se e in quale misura l’assunzione di cannabis influenzava:
- voti scolastici;
- assenteismo e abbandono scolastico;
- conseguimento del diploma di scuola superioree;
- iscrizione all’università;
- conseguimento della laurea;
- impiego o disoccupazione.
Dall’analisi dei dati è emerso che il consumo di cannabis determina:
- voti scolastici più bassi (OR 0,61; 95% CI, 0,52-0,71);
- una minore probabilità di completare la scuola superiore (OR 0,50 95% CI, 0,33-0,76);
- una minore propensione a iscriversi all’università (OR 0,72; 95% CI, 0,60-0,87);
- una minore probabilità di conseguire la laurea (OR 0,69; 95% CI, 0,62-0,77);
- un aumento del tasso di abbandono (OR 2,19; 95% CI, 1,73-2,78) e di assenteismo scolastico (OR 2,31; 95% CI, 1,76-3,03);
- un maggior rischio di disoccupazione (OR 1,50; 95% CI, 1,15-1,96).
I trend peggiori si registrano i consumatori abituali di cannabis e per gli studenti che hanno iniziato a consumare cannabis molto precocemente.
E’ urgente porre in atto interventi e politiche che attenuino i fattori che predispongono in giovani al consumo di cannabis, sgombrando una volta per tutte il campo dalla retorica ideologica che presenta le droghe cosiddette “leggere” come meno rischiose nel breve e nel lungo termine.
Il professor Nicola Principi, Ordinario di Pediatria all’Università di Milano e direttore di “Pediatria Preventiva e Sociale”, organo ufficiale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), ha recentemente commentato in questi termini il lavoro dei ricercatori canadesi:
«Il problema delle potenziali conseguenze dell’assunzione di cannabis da parte di adolescenti e giovani adulti sullo sviluppo cerebrale, sulla salute mentale e sul rendimento scolastico è da tempo oggetto di discussione tra le più varie classi di popolazione, inclusa ovviamente, quella medica. L’interesse per il problema è stato tanto alto da determinare ricadute non trascurabili anche sul piano politico con la messa in atto, almeno in alcuni Paesi, di misure legislative volte a regolamentare o rendere impossibile l’uso della cannabis se non per terapia.
In realtà, la stretta correlazione tra l’assunzione di cannabis e lo sviluppo di alterazioni della struttura cerebrale, con perdita di memoria, incapacità a concentrarsi, a sviluppare pensieri propri e a seguire in modo produttivo quanto richiesto dai programmi scolastici, pur essendo apparentemente supportata da moltissimi studi scientifici, non è stata mai considerata dagli esperti completamente dimostrata. Tutto questo perché, malgrado assai numerosi, questi stessi studi erano spesso, se non sempre, gravati da una serie di limitazioni metodologiche assai importanti che rendevano del tutto impossibile accettare i risultati.
Partendo dalla necessità di chiarire il problema, almeno per ciò che riguardava l’impatto sullo studio, e favorire lo sviluppo di conclusioni utili a meglio decidere se, quando e come permettere l’uso della cannabis, Chan e collaboratori hanno condotto uno studio gigantesco e, per quanto possibile, metodologicamente quasi ineccepibile.
Partendo da una massa di 34.088 pubblicazioni, gli autori hanno selezionato 63 studi che, pur ancora presentando qualche elemento metodologico discutibile, permettevano di dare un giudizio abbastanza preciso e motivato su molti degli aspetti relativi all’uso della cannabis e le sue conseguenze sulle attività scolastiche. Il fatto che lo studio sia stato pubblicato su quella che è oggi una delle più prestigiose riviste internazionali di interesse pediatrico, se non la più prestigiosa, ne avvalora ulteriormente le caratteristiche. (…)
Resta da approfondire e affrontare, più compiutamente di quanto fatto finora, il perché dell’uso della cannabis. Diversi lavori hanno associato l’uso della cannabis con lo sviluppo di psicosi, depressione, tendenza al suicidio. Non è chiaro, però, quale delle due situazioni nasca prima, se cioè sia la cannabis a fare tutto o se, al contrario, certe turbe mentali favoriscano il consumo di cannabis. Proibire o limitare l’uso non terapeutico della cannabis può non essere sufficiente a normalizzare o a evitare situazioni che esistono da prima e che hanno poi ricadute indipendenti anche su altri aspetti della vita, rendimento scolastico incluso. Anche l’evidenza, bene accertata da diversi studi, che l’uso della cannabis è legato anche alla presenza, tra i consanguinei o gli amici, di soggetti che già fanno uso di droghe pesanti o che delinquono rende necessità di allargare il discorso e continuare ad approfondire le ragioni che portano molti giovani ad usare la cannabis».
Il professor Principi solleva una questione critica: è la cannabis a creare la gran parte del danno neurologico che sottende poi la ridotta capacità di attenzione, concentrazione, motivazione e memoria alla base delle difficoltà di apprendimento e del conseguente fallimento scolastico? Oppure esistono alterazioni neuropsichiche preesistenti che la cannabis può amplificare ed esasperare?
E’ probabile che il danno da cannabis sia tanto maggiore quanto più il suo consumo potenzia vulnerabilità preesistenti, con un effetto tanto maggiore quanto più precoce è l’assunzione, più frequente l’uso, maggiori le dosi e minori i fattori protettivi familiari, affettivi e legati allo stile di vita.
Giovani e salute cognitiva: la cannabis peggiora il rendimento scolastico e universitario
Graziottin A.
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