Nella singola donna, dovrebbero esserne inquadrati con equilibrio di sguardo clinico i fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento, sia di tipo biologico che psicosessuale. Le strategie terapeutiche dovrebbero basarsi su un approccio di tipo fisiopatologico e non più limitarsi alla cura del corteo sintomatologico.
Infine, il rapporto tra medico e paziente, fin dal primo incontro, dovrebbe divenire il perno di un’alleanza terapeutica dove la donna (e la coppia) possa finalmente sentirsi adeguatamente studiata e curata come portatrice di una vera e complessa malattia di natura organica. La vestibolite vulvare, infatti, per la sua sede e la natura intima e coinvolgente della funzione con cui va a interferire, ha pesanti ripercussioni psicologiche e sessuali sulla donna e sulla coppia. E’ con questa consapevolezza che il problema va affrontato in modo interdisciplinare, in fase sia diagnostica, sia terapeutica.