Manson JE, Aragaki AK, Rossouw JE, Anderson GL, Prentice RL, LaCroix AZ, Chlebowski RT, Howard BV, Thomson CA, Margolis KL, Lewis CE, Stefanick ML, Jackson RD, Johnson KC, Martin LW, Shumaker SA, Espeland MA, Wactawski-Wende J; WHI Investigators
Menopausal hormone therapy and long-term all-cause and cause-specific mortality: the Women's Health Initiative randomized trials
JAMA. 2017 Sep 12; 318 (10): 927-938. doi: 10.1001/jama.2017.11217
Valutare i tassi di mortalità generale e specifica a lungo termine relativi a due trial condotti sulla terapia ormonale sostitutiva nell’ambito della Women's Health Initiative: è questo l’obiettivo dello studio osservazionale coordinato da J.E. Manson, della Harvard Medical School di Boston, Stati Uniti.
L’analisi è stata condotta su 27.347 donne di varia etnia (80.6% bianche) e di età compresa fra i 50 e i 79 anni (età media alla baseline: 63.4), reclutate in due trial clinici randomizzati fra il 1993 e il 1998, con un follow up che è proseguito fino al 31 dicembre 2014.
Alle partecipanti sono stati somministrati:
- nel primo trial: estrogeni equini coniugati (CEE, 0.625 mg/d) più medrossiprogesterone acetato (MPA, 2.5 mg/d) (n = 8506) vs placebo (n = 8102), per una mediana di 5.6 anni;
- nel secondo trial: CEE (n = 5310) vs placebo (n = 5429), per una mediana di 7.2 anni.
I ricercatori hanno calcolato i tassi di mortalità generale e per cause specifiche (cardiovascolare, oncologica e altre cause maggiori) emergenti dai due trial considerati insieme e in ciascun trial singolarmente.
Questi, in sintesi, i risultati:
- in un follow up cumulativo di 18 anni, si sono verificati 7489 casi di morte (1088 durante la fase di intervento e 6401 durante il follow up vero e proprio);
- nei due trial considerati insieme, la mortalità generale è stata del 27.1% nel gruppo sottoposto a terapia ormonale contro il 27.6% del gruppo placebo (hazard ratio 0.99 [95% CI, 0.94-1.03]); nel sottogruppo CEE + MPA, l’HR è stato pari a 1.02 (95% CI, 0.96-1.08), mentre nel sottogruppo CEE l’HR è stato 0.94 (95% CI, 0.88-1.01);
- rispetto alla mortalità cardiovascolare, l’HR è 1.00 (95% CI, 0.92-1.08): 8.9% nel gruppo trattato con gli ormoni contro il 9.0% del gruppo placebo;
- rispetto alla mortalità oncologica, l’HR è 1.03 (95% CI, 0.95-1.12): 8.2% nel gruppo sottoposto a terapia ormonale contro l’8.0% del gruppo placebo;
- rispetto ad altre cause maggiori di mortalità, l’HR è 0.95 (95% CI, 0.88-1.02): 10.0% nel gruppo trattato con gli ormoni contro il 10.7% del gruppo placebo;
- questi dati non differiscono in misura significativa fra i due trial presi singolarmente.
Prendendo in esame il gruppo di donne più giovani (50-59 anni) rispetto alle più anziane (70-79), l’HR per la mortalità generale è risultato pari a 0.61 (95% CI, 0.43-0.87) nella fase di intervento e a 0.87 (95% CI, 0.76-1.00) nei 18 anni di follow up, senza significative differenze fra i due trial.
In conclusione, la terapia ormonale a base di CEE + MPA assunta per una mediana di 5.6 anni e la terapia a base di soli CEE assunta per una mediana di 7.2 anni non risultano associate a maggiori rischi di mortalità generale, cardiovascolare e oncologica per un follow-up di 18 anni.
Questo studio indica con evidenza assoluta che nel gruppo di donne tra i 50 e i 59 anni curate con terapia ormonale sostitutiva la mortalità da ogni causa è ridotta di ben il 39% durante la terapia e persiste più bassa del 13% nei 18 anni di follow-up, rispetto alle donne che non l'hanno fatta. Si tratta dunque di terapie estremamente sicure nel lungo termine, e anzi molto protettive per la salute, se iniziate subito dopo la menopausa, o comunque entro 10 anni dalla menopausa e/o prima dei sessant’anni.