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Auguri per l'anno che verrà

28/12/2009

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

Che cosa augurarci, per questo nuovo anno che avanza sorridente e, certo, più rilassato rispetto ai brividi e alle paure dei mesi che stanno per finire? Sicuramente di aver appreso qualcosa di essenziale dalla vertigine di crisi economica che abbiamo attraversato. Innanzitutto, la ricerca e la pratica di una maggiore sobrietà di vita, eliminando molto del fatuo, del superficiale e dell’inessenziale che abbiamo perseguito negli ultimi decenni. Minore consumismo e più attenzione ai principi, ai valori, agli affetti che contano. Maggior rispetto – vero – per noi stessi, per gli altri, per il mondo che abitiamo.
I regali di Natale si sono ridotti? Ottimo segno: e chissà che siano rimasti solo quelli davvero sentiti, pensati, scelti per amore. Dove l’affetto porta spesso a scegliere un piccolo pensiero speciale in cui l’accuratezza della ricerca, e la gioia di chi lo riceve sentendosi pensato nella scelta, sono molto più graditi del costo.
Torna non solo il vintage, ma lo scambio di vestiti vintage, così da ottenere varietà a costo zero, anzi con il divertimento di giocare a cambiare guardaroba come si faceva da piccole con le amiche, giocando alle bambole. Nelle grandi città è già tendenza forte, e che piace.
L’economia dello spreco sta segnando il passo? Meglio, molto meglio. Concentriamoci sugli acquisti necessari, o di qualità, per noi e per la casa, con uno spirito più conservatore, mantenendo la vocazione alla novità per il pensiero, per lo spirito, per la mente, per la cultura e la voglia di conoscere. Per viaggi che siano non solo consumo di chilometri o passaggi in hotel, ma frammenti di mondo che ci entrino nel cuore, che cambino la nostra percezione degli altri e della complessità di culture e di verità che ci circondano. Che ci liberino dagli assiomi, dai pregiudizi, dalle certezze di possedere l’unica verità. Torniamo a leggere: ci sono testimonianze straordinarie, che con un libro ci fanno fare un viaggio indimenticabile in altri mondi, in culture diverse, nel coraggio di vivere, e di cercare con passione il senso della propria vita. Tre spunti, che sono stati tre intelligenti e graditissimi regali di Natale, per l’appunto: “Per questo” di Anna Politkovskaja (Adelphi), la straordinaria giornalista che ha pagato con la vita il suo impegno di dare voce agli oppressi in Russia; “Le cose che non ho detto” di Azar Nafisi (Adelphi), che ci apre una finestra sulla verità di vita in una famiglia iraniana; e l’indimenticato, e ritrovato, “L’ultimo dei giusti” di André Schwarz-Bart (Feltrinelli), che mi aveva così colpito alla prima lettura, da ragazzina, rimanendo tra i libri più cari in fondo all’anima. L’avevo letto, tanti anni fa, ospite di una zia durante le vacanze di Natale, e il ritrovarlo mi ha regalato il doppio gusto di un amarcord delle emozioni e della mente.
Torniamo a studiare, almeno una lingua straniera, ma bene: la lingua apre le chiavi di un’altra visione del mondo, se la si vuole conoscere a fondo. E poi, in qualsiasi professione, è un biglietto da visita formidabile.
Infine, a casa e fuori, torniamo a coltivare la gentilezza: nei modi, nella scelta delle parole, nei comportamenti. E’ così piacevole incontrare una persona gentile, garbata, che sappia accorgersi di una cortesia ricevuta, che sappia ringraziare, che sappia ascoltare, e sentire quanto con un sorriso possiamo alleviare solitudini altrimenti inconsolate. Una gentile lettrice, Maria Peron, ha scritto al Gazzettino una lettera, in cui ricordava come, per un numero telefonico errato, avesse parlato con una signora sola, che era stata invece felice dell’errore, di cui lei si era scusata, perché così almeno aveva parlato con qualcuno. Ricordiamoci, per gli anni che verranno, di essere gentili, ancora più con le persone sole. Ricordiamoci che la solitudine esiste e, con lo smembramento delle famiglie, è oggi molto più feroce di ieri. Insegniamo garbo, gentilezza e dignità ai nostri bambini. Ricordando sempre quanto diceva Antoine de Saint-Exupéry, in “Il Piccolo Principe”: «L’essenziale è invisibile agli occhi». Auguri davvero, per giorni luminosi e felici dentro al cuore.

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