Federico M. e famiglia (Treviso)
Grande cervello e piccolo cervello: chi sono?
Il Sistema Nervoso Centrale (SNC) contiene 1x1010 neuroni, un numero enorme, riccamente connessi tra loro: più connessioni abbiamo, più il cervello funziona splendidamente. Intorno ai neuroni ci sono triliardi di cellule nutrici e di supporto, le cellule gliali, critiche per la salute delle cellule nervose e delle loro funzioni. Il grande cervello è il leader che comanda sul fronte neurovegetativo perché regola, tra l’altro, le funzioni cardiovascolari e respiratorie, il metabolismo basale, il metabolismo dell’acqua e il bioritmo del sonno, oltre ad essere il comandante supremo sul fronte cognitivo e motorio.
Il Sistema Nervoso Enterico (SNE), contiene ben 5x108 neuroni, quindi tanto piccolo non è. Anzi. Diversamente dal SNC, che è molto concentrato e fa massa, il SNE è molto diffuso, “a rete”, e quindi solo negli ultimi anni se ne è cominciato a capire la potenza segreta e il ruolo nella salute. Dal punto di vista evolutivo il SNE è il nostro primo cervello, perché nell’evoluzione il primo prototipo di essere vivente si è progressivamente accresciuto e specializzato intorno all’intestino originario. Il SNE innerva tutto il sistema gastrointestinale: è la nostra grande finestra sul mondo. Registra e risponde a quello che succede nell’intestino, sia in relazione a ciò che mangiamo (l’intestino è l’organo immunocompetente più importante del nostro corpo), sia in relazione al potente esercito di microrganismi che ci abita: il microbiota, composto da triliardi di microrganismi, 10 volte più numerosi delle cellule eucariotiche che compongono il nostro corpo. Così articolato nelle funzioni da essere considerato un organo a sé. E’ composto da 3,3 milioni di geni (il “microbioma”), contro i 23.000 geni delle cellule del nostro corpo. Un gigante contro un topolino, anzi una zanzara (noi!). Il microbiota è essenziale anche per la nostra psiche e l’equilibrio emotivo-affettivo: modificazioni della flora intestinale possono di per sé indurre alterazioni delle funzioni cerebrali, con un ruolo crescente persino nella genesi della malattia di Parkinson, oltre che nella modulazione dello stato psicologico.
Cervello viscerale: il triumvirato che governa salute e malattia
E perché sentiamo dolore? La percezione di stimoli dolorosi viscerali da parte del sistema nervoso centrale (big brain) avviene mediante attivazione di fibre nervose sensoriali afferenti dei due sistemi nervosi autonomi (simpatico e parasimpatico) deputati a collegare la periferia, e tutti gli organi addominali, intestino in testa, al sistema nervoso centrale. A differenza degli altri organi che esprimono manifestazioni dolorose con caratteristiche spesso riconoscibili, l’intestino può determinare vari tipi di dolore anche molto diversi tra loro per sede e caratteristiche, proprio per l’innervazione diffusa, a rete, tipica del cervello viscerale. I sintomi possono mimare qualsiasi altra origine, così da trarre in inganno anche medici esperti. «L’intestino è un grande mimo», sostiene infatti il Professor Vincenzo Stanghellini, Clinico Medico dell’Università di Bologna e una delle massime autorità mondiali sul sistema gastrointestinale e sul cervello viscerale. Pensate: non comprendere la genesi funzionale del dolore addominale significa raddoppiare il rischio che il paziente venga sottoposto ad appendicectomia, colecistectomia, e, per la donna, isterectomia, come ha dimostrato uno studio su oltre 89.000 interventi chirurgici. E restare col dolore, anche dopo l’intervento: il danno e la beffa!
La sindrome dell'intestino irritabile
Attenzione: più la parete dell’intestino è infiammata, più perde la qualità di “frontiera selettiva” grazie alla quale, in condizioni ottimali, fa entrare nell’organismo solo molecole e sostanze accuratamente selezionate: aminoacidi, vitamine, oligoelementi preziosi. Di converso, se è infiammata lascia passare di tutto: sostanze estranee e complesse entrano nell’organismo, invadono il sangue e scatenano il sistema immunitario con risposte allergiche di varia gravità. Si parla infatti di “sindrome dell’intestino che perde” (“leaky gut syndrome”): è questa la causa di intolleranze ed allergie alimentari, e del profondo malessere e della stanchezza che le accompagna. Sì, perché fare guerre inutili (l’infiammazione non finalizzata è una guerriglia biologica) comporta un enorme spreco di energia vitale e diventa un costo secco per il nostro “bilancio” di salute.
Antibiotici: bombe sul microbiota e crisi del cervello viscerale
Prostatiti e cistiti croniche
L'arte della guerra e l'uso saggio degli antibiotici
Principi esistenziali, oltre che bellici, che ogni medico dovrebbe meditare e mettere in pratica, anche prima di prescrivere antibiotici, bombe atomiche biologiche, in modo indiscriminato. Dovrebbe invece agire sul terreno, con un uso sapiente di prebiotici e probiotici, così da negoziare con il microbiota il controllo del territorio, tenendo sotto controllo o eliminando gradualmente i germi patogeni, invece che sparare le bombe atomiche (gli antibiotici potenti) anche sul nostro alleato, il microbiota intestinale, una popolazione di triliardi di microrganismi.
Ecco il punto: in effetti, solo un generale senza senno potrebbe attaccare impulsivamente con le bombe un esercito dieci volte più numeroso, il microbiota appunto. Se attacca di sorpresa, senza dichiarare guerra, può anche vincere qualche battaglia, come hanno fatto i giapponesi a Pearl Harbour, ma perderà la guerra. Per la legge della numerosità (uno contro dieci, non c’è storia) e la legge della strategia. Il microbiota si è evoluto in centinaia di migliaia di anni, ha raffinato i modi per sopravvivere, è duttile, plastico e ha imparato i principi del terrorismo mimetico. Ci è amico, finché lo rispettiamo. Ci è anche molto utile, per nutrirci, per predigerire i cibi, e sintetizzare vitamine che non avremmo. Se lo attacchiamo proditoriamente, tuttavia, diventa insidiosissimo. Ecco perché la visione, la calma e la strategia sono sempre più importanti, anche nella terapia!
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