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Che cosa ci fa sentire maschio o femmina

19/10/2011

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

“Sono rimasta molto turbata, al mare, al vedere un maschietto di due anni che si comportava come una bambina in tutto e per tutto, e che giocava solo con le bambine. Lui e la mamma erano miei vicini di ombrellone, per cui ho osservato a lungo. Diventerà trans? Che cosa può così condizionare il comportamento di un bambino così piccolo?”.
Marcella G. (Ivrea)
Non si può dire ora se il bambino svilupperà con certezza un’identità transessuale, gentile signora. L’identità sessuale, ossia il sentimento di appartenere al sesso maschile o femminile, coerente con il proprio sesso biologico, è molto dinamica. Può andare incontro a ristrutturazioni continue, ben oltre l’età adolescenziale. Tuttavia un comportamento così precoce e così simile a quello del sesso opposto fa pensare che quel bambino abbia un serio problema di identità (la mamma come si comportava nei confronti del piccolo? E il piccino era sereno? Si intuiva la presenza di un papà, o no?).
Per la strutturazione dell’identità sessuale, fin dalla nascita è cruciale il rapporto con i genitori o loro sostituti stabili. Dal punto di vista psicologico l’identità sessuale si struttura grazie:
1) all’identificazione con il genitore dello stesso sesso, e quindi la madre (naturale o adottiva), per le femmine; il padre o suoi sostituti stabili, per i maschi, purché ci sia la possibilità di un rapporto continuativo e affettuoso;
2) alla complementazione con il genitore del sesso opposto (o un suo sostituto stabile).
Per esempio, l’assenza del padre e un rapporto simbiotico con la mamma possono favorire un’identità femminile precoce nel maschietto. Di converso, per la bambina, un rapporto conflittuale o di rifiuto, o l’assenza della madre, e un rapporto profondo ed esclusivo con il padre possono favorire un’identificazione maschile.
Tuttavia è possibile che siano in gioco fattori biologici precoci non ancora chiariti.
E’ poi essenziale la qualità dell’affetto (stile di attaccamento) tra i genitori (o loro sostituti significativi) e il bambino. Un amore sicuro, tenero, sereno contribuisce alla crescita della cosiddetta “base sicura” che nutre la fiducia interiore sul proprio valore, sull’essere capaci di amare e meritevoli di essere amati. Di converso, relazioni anaffettive, o con abusi verbali, fisici o sessuali possono ferire profondamente il processo di crescita dell’identità sessuale e la capacità di vivere relazioni affettive significative e gratificanti. E’ essenziale anche il rapporto dei genitori tra loro, e, se separati, la qualità della presenza e dell’amore che riescono a dare al piccolo.
Sentirsi bene nella propria pelle di bambino o bambina, e di uomo o donna, richiede armonia nel percorso di crescita e stabilità degli affetti: obiettivi sempre più difficili nel mondo lacerato di oggi.

Prevenire e curare – I volti dell'identità sessuale

E’ costituita da:
- sesso cromosomico: al concepimento, il sesso viene determinato dai cromosomi sessuali: due XX fanno sviluppare il feto in senso femminile; la coppia XY lo fa sviluppare in senso maschile;
- sesso genitale: legato all’aspetto dei genitali esterni, maschili o femminili. Alla nascita, questo consente l’attribuzione del...
- sesso anagrafico: da cui dipendono la denuncia di nascita, la scelta dei nomi e dei colori, nonché gli atteggiamenti verbali e comportamentali con cui si tratta il bambino o la bambina;
- sesso intrapsichico: la percezione sessuata, maschile e femminile, che sviluppiamo dentro di noi e che viene ulteriormente rinforzata (o incrinata) alla pubertà con la comparsa dei caratteri sessuali secondari (seno, mestruazioni, forma corporea nella donna; peluria, muscolatura, voce e apparato genitale adulto nel maschio).
L’identità sessuale è tanto più solida quanto più è soddisfatta di sé ed esente da conflitti interni.

Bambini Identità sessuale / Disturbi dell'identità

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