“Gentile professoressa, sto leggendo “Zero zero zero” di Roberto Saviano, sull’industria della cocaina e la diffusione di questa droga nel mondo. E’ una testimonianza sconvolgente sul piano etico e sociale, ma io vorrei saperne di più anche dal punto di vista medico. Molti dicono che la coca, a differenza di altre sostanze, non fa male e non crea dipendenza: è vero? Che cosa è bene sapere? E quali messaggi dobbiamo passare ai nostri figli?”.
Cesare B. (Milano)
Cesare B. (Milano)
Gentile signor Cesare, la ringrazio per l’opportunità che mi offre di tornare su un tema che mi sta molto a cuore: gli effetti biologici e psicologici della cocaina sono gravissimi, e tutti noi – famiglie, scuola, media, medici, istituzioni – dobbiamo moltiplicare le iniziative di informazione ed educazione, soprattutto nei confronti dei giovani e delle fasce potenzialmente più vulnerabili della popolazione.
Perché la cocaina è così diffusa?
La coca agisce sui livelli di dopamina, un neurotrasmettitore che opera in tre aree cerebrali:
- la via appetitiva, che governa il desiderio fisico e mentale, la voglia di fare e di affermarsi;
- l’area motoria;
- l’area cognitiva che coordina il pensiero logico-lineare.
La cocaina aumenta la sensazione di energia e la resistenza alla fatica, anche quando le forze fisiche sono in ribasso per lo stress o la carenza di sonno, amplifica il piacere fisico e mentale, e riduce il senso di fame. Ma il conto da pagare, in termini di rischi per la salute, è altissimo.
- la via appetitiva, che governa il desiderio fisico e mentale, la voglia di fare e di affermarsi;
- l’area motoria;
- l’area cognitiva che coordina il pensiero logico-lineare.
La cocaina aumenta la sensazione di energia e la resistenza alla fatica, anche quando le forze fisiche sono in ribasso per lo stress o la carenza di sonno, amplifica il piacere fisico e mentale, e riduce il senso di fame. Ma il conto da pagare, in termini di rischi per la salute, è altissimo.
Per quale motivo?
La cocaina ha una specifica tossicità per il muscolo cardiaco (miocardio) e i vasi sanguigni, in particolare quelli del cuore (le coronarie) e quelli cerebrali. Può quindi causare danni molto gravi, come l’infarto miocardico e l’ischemia miocardica, più o meno silente. L’uso cronico, inoltre, può provocare aterosclerosi, miocardiopatia, aritmie e ipertensione grave, che a sua volta può predisporre alle emorragie cerebrali.
Da cosa dipende una tossicità così grave?
Da quattro variabili fondamentali: dalle caratteristiche chimiche di base, da come è tagliata, da come la si assume, e dal livello di stress personale. Molti pensano che sniffarla esponga a rischi minori rispetto all’iniezione endovena. Ma questo è un tragico errore. La mucosa nasale, infatti, è molto estesa (un metro quadrato e mezzo, finemente ripiegato su se stesso) ed è ricchissima di recettori direttamente collegati al cervello: l’assorbimento nasale è quindi velocissimo, da pochi secondi a qualche minuto, e le concentrazioni della sostanza nel sangue raggiungono il picco già dopo 30-60 minuti. Il rischio massimo di danni cardiaci si corre quindi durante la prima ora dopo l’assunzione, ma è possibile che la tossicità si manifesti, sino all’infarto, anche dopo qualche giorno dalla sniffata.
Perché la cocaina è così dannosa per il cuore?
Per una complessa serie di fattori. Da un lato, la coca ha un potente effetto neurochimico sui recettori alfa e beta adrenergici, e causa quindi un aumento della frequenza del battito cardiaco e della pressione arteriosa: due fenomeni che accrescono la richiesta di ossigeno da parte del cuore. L’effetto alfa adrenergico, però, causa anche un vasospasmo coronarico, che riduce l’apporto di sangue, e quindi di ossigeno, al muscolo cardiaco.
A questo punto, affamato e al tempo stesso privato dell’ossigeno, il miocardio va in sofferenza (angina): e se questa situazione persiste, il danno per il cuore diventa irreversibile e si ha il vero e proprio infarto. Se è coinvolta solo una piccola area, questo danno può anche non dare sintomi (infarto silente) ed essere in parte recuperato. Se invece l’infarto è massivo, come succede soprattutto nei giovani, si ha rapidamente la morte.
A questo punto, affamato e al tempo stesso privato dell’ossigeno, il miocardio va in sofferenza (angina): e se questa situazione persiste, il danno per il cuore diventa irreversibile e si ha il vero e proprio infarto. Se è coinvolta solo una piccola area, questo danno può anche non dare sintomi (infarto silente) ed essere in parte recuperato. Se invece l’infarto è massivo, come succede soprattutto nei giovani, si ha rapidamente la morte.
Come si crea la dipendenza?
Attraverso la cosiddetta “legge della ricompensa”, che regola molti comportamenti umani e animali, e spinge a cercare e ricercare le sensazioni che stare bene. Il senso di forza quasi onnipotente generato dalla cocaina tende, in parallelo, a creare l’illusione di poter smettere quando si vuole. In realtà, quando l’effetto eccitatorio si spegne e la dopamina crolla al di sotto dei livelli normali, la persona si sente così svuotata e priva di forze, che il desiderio di un’altra dose diventa incontenibile. L’astinenza biochimica crea quindi la dipendenza psicologica, e poco per volta, senza nemmeno accorgersene, uno diventa ostaggio della sostanza.
Chi è più a rischio di usare la coca?
Il primo interludio del libro di Saviano – che fra l’altro, con quel ritmo implacabile, è uno straordinario pezzo di bravura narrativa – ci dice che chiunque può diventare un consumatore abituale. Entrando un po’ più nel dettaglio delle motivazioni di fondo, i soggetti maggiormente a rischio sono coloro che non sanno affrontare le difficoltà della vita e le sue frustrazioni, e che non sanno trarre dalle difficoltà un’occasione per mettersi in discussione, rinforzare le proprie motivazioni e affinare le proprie competenze. Coloro che credono che il corpo sia una macchina da far andare a mille, senza rispettarne i limiti e le esigenze di riposo. Coloro che cercano le scorciatoie, invece di accettare la fatica e la disciplina che il lavoro comporta.
E chi è più a rischio per i danni che essa comporta?
Innanzitutto gli adolescenti, perché il loro cervello è più vulnerabile agli effetti eccitatori e alla dipendenza psicologica indotta dalla sostanza. Poi le persone depresse, con disturbi d’ansia e personalità di tipo borderline, e i ragazzi che hanno deficit di attenzione con iperattività. Ma, in realtà, va ribadito con forza che chiunque è a rischio, anche la prima volta che ne fa uso.
Un altro dato da tenere presente è che non esiste una relazione lineare certa fra dose e rischio cardiaco, e quindi non è vero che il danno si verifichi solo ad alte dosi: in realtà anche quantità minime possono provocare una lesione cardiaca. Tuttavia, non esiste alcuna protezione nemmeno nell’essere consumatori abituali.
Un altro dato da tenere presente è che non esiste una relazione lineare certa fra dose e rischio cardiaco, e quindi non è vero che il danno si verifichi solo ad alte dosi: in realtà anche quantità minime possono provocare una lesione cardiaca. Tuttavia, non esiste alcuna protezione nemmeno nell’essere consumatori abituali.
E' vero che la coca è in rapida diffusione anche fra le donne?
Purtroppo sì. La polvere bianca è in ascesa anche fra le giovani e meno giovani, e nel 75% dei casi è associata all’alcol: un mix micidiale perché dà origine al coca-etilene, una sostanza che prolunga gli effetti tossici di entrambe le sostanze soprattutto nelle donne, che hanno un deficit fisiologico dell’enzima che metabolizza l’alcol. Ma il dato più inquietante è che il 5% delle donne incinte fra i 15 e i 44 anni dichiara di assumere coca (e il 10% beve, e il 16% fuma). I rischi fetali, in questi casi, sono altissimi: i bambini nascono con un cranio e un cervello più piccoli, deficit comportamentali, motori e cognitivi, e crisi di astinenza sin dai primi giorni di vita (sindrome da astinenza neonatale, SAN).
In sintesi
La cocaina è pericolosissima e crea una dipendenza maligna, esattamente come tutte le altre droghe. Il messaggio da passare ai nostri figli è dunque quello di tenersene alla larga, e rifiutare con decisione ogni offerta di consumo, anche se gli altri ne fanno uso con disinvoltura. I rischi che abbiamo visti sono sempre in agguato, fulminei e devastanti: e dopo è troppo tardi. Educare i giovani a un’assunzione di responsabilità verso la propria salute fisica e psichica è quindi un’imperativo categorico per tutti coloro che non vogliono che la “zero zero zero” si trasformi in una sentenza di morte.