Sintesi dell'intervista e punti chiave
La cocaina, un tempo considerata la “droga dei ricchi”, è sempre più diffusa in tutte classi sociali e soprattutto fra i giovani. Il suo costo, infatti, è più contenuto che in passato, e la sua azione eccitante ne fa un “must” in discoteca, alle feste, ma anche in molti ambienti di lavoro altamente competitivi. Eppure si tratta di una sostanza estremamente pericolosa, soprattutto a livello cardiovascolare, con effetti a breve e lungo termine a torto sottovalutati. In questa intervista esaminiamo:
- i rischi più gravi per il sistema cardiovascolare: l’infarto massivo e l’emorragia cerebrale;
- le variabili che influiscono sulla tossicità della dose: il taglio con altre sostanze, la modalità di assunzione (per via nasale o endovenosa) e le condizioni di stress concomitante (che già di per sé affaticano il cuore);
- i rischi specifici connessi con l’assunzione per via nasale;
- la sostanziale imprevedibilità degli effetti, che è determinata dall’interazione complessa dei fattori di rischio legati alla droga e di quelli dipendenti dalla specifica vulnerabilità cardiovascolare personale. Ecco perché non è possibile differenziare, come molti fanno, fra dosi basse e dosi alte, occasionali o frequenti;
- il profilo sociale più a rischio: l’uomo fra i 30 e i 35 anni, spesso fumatore, e sovente preso da una vita di lavoro e “divertimenti” senza un attimo di respiro (ma la percentuale di donne è purtroppo in rapido aumento);
- i fattori biologici che spiegano perché la cocaina abbia effetti così gravi proprio sul sistema cardiocircolatorio.
In caso di malore dopo una dose, è importante dire ai medici la verità: solo così, infatti, essi potranno affrontare l’emergenza nel migliore di modi e soprattutto evitare l’uso di farmaci che potrebbero avere effetti collaterali in presenza di cocaina nell’organismo.
- i rischi più gravi per il sistema cardiovascolare: l’infarto massivo e l’emorragia cerebrale;
- le variabili che influiscono sulla tossicità della dose: il taglio con altre sostanze, la modalità di assunzione (per via nasale o endovenosa) e le condizioni di stress concomitante (che già di per sé affaticano il cuore);
- i rischi specifici connessi con l’assunzione per via nasale;
- la sostanziale imprevedibilità degli effetti, che è determinata dall’interazione complessa dei fattori di rischio legati alla droga e di quelli dipendenti dalla specifica vulnerabilità cardiovascolare personale. Ecco perché non è possibile differenziare, come molti fanno, fra dosi basse e dosi alte, occasionali o frequenti;
- il profilo sociale più a rischio: l’uomo fra i 30 e i 35 anni, spesso fumatore, e sovente preso da una vita di lavoro e “divertimenti” senza un attimo di respiro (ma la percentuale di donne è purtroppo in rapido aumento);
- i fattori biologici che spiegano perché la cocaina abbia effetti così gravi proprio sul sistema cardiocircolatorio.
In caso di malore dopo una dose, è importante dire ai medici la verità: solo così, infatti, essi potranno affrontare l’emergenza nel migliore di modi e soprattutto evitare l’uso di farmaci che potrebbero avere effetti collaterali in presenza di cocaina nell’organismo.
Parole chiave:
Apparato e patologie cardiovascolari
Cocaina