Laura T. (Trieste)
Dalla situazione che lei descrive, è probabile che nel caso di sua sorella siano in gioco fattori prevalentemente biologici. In questi casi, la terapia più efficace si basa sulla combinazione di estrogeni e antidepressivi (triciclici o modulatori selettivi della ricaptazione della serotonina, SSRI), sempre sotto controllo medico. E’ inoltre importante aiutare la neomamma nella cura del bambino, come state facendo lei e sua madre, ma è essenziale coinvolgere anche il papà del piccolo! Una presenza affettiva rassicurante è infatti un potente fattore di guarigione, perché aiuta a vincere il senso di solitudine e inadeguatezza, amplifica i benefici dei farmaci e riduce la probabilità di ricadute. Quando emergano gravi problemi psicoemotivi, accanto ai farmaci può essere indicata anche una psicoterapia.
I casi di vera e propria psicosi (vedi box) vanno invece seguiti in ambiente protetto e con personale specializzato. E dopo la dismissione va dedicata una grande attenzione alle cure domiciliari, perché il rischio di recidive è molto alto anche oltre i due anni dal parto.
Una terapia tempestiva è importante, perché una depressione puerperale non curata mette in pericolo l’equilibrata crescita del piccolo. Una mamma depressa e distaccata, infatti, priva il neonato di quel nutrimento d’amore, fatto di sguardi, sorrisi, carezze, coccole, abbracci, parole, che è essenziale per il suo sviluppo intellettivo ed emotivo. Inoltre, i figli delle mamme depresse corrono maggiori rischi nella vita quotidiana: recenti studi americani indicano, nei primi tre anni di vita, un aumento del 44% dei consulti di emergenza per incidenti domestici e una riduzione del 20% dei controlli pediatrici periodici e delle vaccinazioni. Ecco perché è importante stare vicino alla donna con depressione puerperale, seguendo con amore anche il bimbo.
Auguri di cuore a sua sorella e al piccolino!
I disturbi dell'umore dopo il parto
a) “maternal blues” o “baby blues”, che le nostre nonne chiamavano le “lacrime del latte” perché avevano notato la sincronia fra le crisi di pianto e il momento dell’allattamento: interessano il 40-85 per cento delle puerpere e normalmente scompaiono pochi giorni dopo il parto;
b) depressione puerperale vera e propria: interessa il 10-15 per cento delle mamme, con un picco del 36 per cento fra le adolescenti. Nella maggior parte dei casi, dura per oltre 6 mesi;
c) psicosi puerperale: interessa lo 0,1–1,2% delle puerpere, comporta una grave distorsione del giudizio e può causare conseguenze tragiche, fino al suicidio della mamma o all’infanticidio. I sintomi compaiono generalmente entro le prime 4 settimane, ma possono manifestarsi fino a 90 giorni dopo il parto. Un secondo minore picco di incidenza compare tra i 18 e i 24 mesi.
Quali sono i sintomi della depressione puerperale?
- sbalzi di umore;
- perdita di interesse per il piccolo;
- difficoltà di concentrazione e nel prendere decisioni;
- agitazione psichica e irrequietezza;
- astenia;
- aumento o scomparsa dell’appetito o del sonno;
- ricorrenti pensieri di morte e/o di suicidio;
- sentimenti di inadeguatezza nei confronti del bambino, sensi di colpa;
- ansia eccessiva nei confronti della salute del neonato.
Link correlati:Mamme adolescenti: quando la maternità causa depressione e dolore. Come aiutarle? – Prima parte: Disturbi dell'umore e fattori predittivi Mamme adolescenti: quando la maternità causa depressione e dolore. Come aiutarle? - Seconda parte: Diagnosi e terapia
Allegati disponibili:La depressione post partum nelle mamme-adolescenti Depression in teen mothers and children outcomes: predictors, challenges and caring strategies Depressione post partum - Il punto di vista dei ginecologi italiani: i risultati del sondaggio della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO)