Sintesi dell'intervista e punti chiave
In questa intervista illustriamo:
- i tre gruppi in cui vengono classificate le alterazioni dell’umore in puerperio: disturbi lievi (“maternal blues”, “baby blues”, o “lacrime del latte”); disturbi di media gravità (depressione puerperale); disturbi gravi (psicosi puerperale, presente per fortuna solo nello 0,1-1,2% dei parti totali);
- come la caduta dei livelli di estrogeni successiva al parto possa dare un contributo decisivo all’insorgere del problema;
- la durata come importante elemento discriminante per distinguere le innocue (e assai diffuse) lacrime del latte dalla più impegnativa e pericolosa depressione puerperale;
- le conseguenze emotive, comportamentali, cognitive e fisiche che la depressione della mamma può produrre sul bambino;
- alcune semplici domande che ogni familiare o persona amica può fare per capire se la donna è depressa;
- l’importanza di rivolgersi senza indugio al ginecologo o allo psichiatra, per una diagnosi differenziale corretta e la terapia più appropriata, anche a livello farmacologico;
- il ruolo fondamentale della famiglia nell’aiutare la donna a prendersi cura del piccolo e affrontare con serenità il cammino di guarigione.
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Parole chiave:
Depressione post parto
Rapporto mamma-bambino