Matilde S. (Brescia)
Tendono ad aumentare con l’età, con un picco fra i quaranta e i cinquant’anni. Interessano una donna su quattro: in Italia, circa tre milioni di donne in età fertile. Dopo la menopausa tendono a regredire, se la donna non effettua alcuna terapia ormonale sostitutiva (TOS).
Gli interventi per fibromatosi costituiscono il 30 per cento di tutta la chirurgia ginecologica e ben due terzi delle asportazioni dell’utero (isterectomia) sono effettuate per fibromi uterini.
Quando i fibromi sono sottomucosi, anche se piccoli, possono causare emorragie importanti, come sta succedendo a lei, con anemia da carenza di ferro (sideropenica), stanchezza, difficoltà di concentrazione, depressione, compressione di organi vicini (quando i fibromi sono voluminosi e causano disturbi alla vescica o al retto), senso di peso pelvico, dolore alla penetrazione profonda e difficoltà procreative, come nel suo caso, perché riducono la fertilità, aumentano il rischio di aborti spontanei, di parti prematuri, parti complicati ed emorragie anche serie durante il “secondamento”, all’uscita della placenta.
Curandoli bene, la fertilità resta. Auguri di cuore!
Prevenire e curare – Quali sono le opzioni di cura?
1) farmaci, che inibiscono temporaneamente ovulazione e concepimento, fra cui: spirale curativa intrauterina al levonorgestrel; analoghi dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH analoghi); modulatori selettivi dei recettori del progesterone (come l’ulipristal acetato); contraccettivi orali e progestinici;
2) onde d’urto che tendono a far riassorbire il fibroma (radiologia interventistica), preziose, in caso di fibromi piccoli, per conservare la fertilità;
3) chirurgia di asportazione dei soli fibromi (miomectomia) o dell’utero (isterectomia), se le cure precedenti non hanno avuto successo.
Aborto spontaneo Anemia Astenia e affaticabilità Depressione Dolore ai rapporti / Dispareunia Fertilità e infertilità Fibromi e polipi Flussi abbondanti Rischi ostetrici e fetali