Antonella R. (Roma)
Sulla donna, poi, il fumo agisce in molti modi diversi. Oltre a provocare il cancro al polmone, il fumo aumenta il rischio di tumore anche in altri organi, perché le oltre cinquanta sostanze cancerogene prodotte dalla combustione del tabacco entrano nel circolo sanguigno e raggiungono tutti i tessuti: le fumatrici hanno quindi più cancri al seno, al collo dell’utero (la sigaretta potenzia l’azione cancerogena del Papillomavirus) e alla vescica (perché le sostanze cancerogene, escrete dal rene, si concentrano in vescica specie durante la notte, quando le urine sono più concentrate).
Il fumo può anticipare la menopausa di circa due anni, per il danno tossico diretto sull’ovaio, peggiorando la frequenza e la gravità delle vampate di calore. E la menopausa più precoce comporta un’accelerazione di tutti i processi di invecchiamento: della pelle, del cuore, del cervello, dei vasi sanguigni, delle ossa, dell’apparato urogenitale e anche della funzione sessuale. Studi recentissimi, inoltre, dimostrano che fumando aumenta il rischio di ictus e di aneurisma dell’aorta addominale, un pericolosissimo evento cardiocircolatorio che porta alla morte nel 75-80% dei casi. La nicotina e gli altri fattori tossici agiscono infine sulla pelle, riducendone l’ossigenazione, il turgore e l’elasticità, e rendendola più vulnerabile ai danni da raggi ultravioletti.
Un’ultima osservazione, infine, su due opinioni molto diffuse. La prima: fumare meno fa meno male. Attenzione: il rischio è sì proporzionale al dosaggio, ma sempre presente. Non esiste quindi una dose sicura, e i dati sulle “light” non ne confermano la maggiore innocuità. La seconda: chi smette di fumare ingrassa. Parzialmente vero: capita a chi compensa con il cibo la liturgia “orale” del fumo, che ha un effetto ansiolitico. Ma ingrassare non è inevitabile: per mantenere il peso forma bastano un po’ di movimento fisico quotidiano (brucia calorie e scarica le tensioni), una dieta appropriata ed eventualmente il bupropione, un antidepressivo che aiuta anche a disintossicarsi dal fumo (naturalmente su prescrizione medica), da non usare però in gravidanza.
In conclusione, Antonella, dia retta a suo marito: la gravidanza è davvero un’occasione d’oro per lasciarsi alle spalle un’abitudine inutilmente dannosa per lei e il piccolino che verrà, cercando modi più sani – lo yoga, il pilates, lo sport – come antistress. Auguri a tutti e due, per un futuro luminoso e in salute!
Il fumo è una dipendenza?
1) tolleranza;
2) dipendenza fisica e/o emotiva;
3) crisi di astinenza;
4) uso superiore a quello programmato;
5) persistente desiderio di smettere;
6) grande quantità di tempo utilizzata a fumare;
7) attività ridotte a causa del fumo;
8) continuo utilizzo nonostante problemi fisici o psicologici con la sostanza.
Le terapie più efficaci per smettere
- terapia farmacologica con bupropione;
- terapia nicotinica sostitutiva (TNS), con cerotti che aiutano a ridurre gradualmente la dipendenza fisica e allentano il bisogno della “liturgia” comportamentale legata al fumare;
- terapia combinata (farmacologica con bupropione e nicotinica sostitutiva);
- terapia con clonidina, un vecchio antidepressivo che facilita la disassuefazione dal fumo;
- terapia comportamentale di gruppo: sfrutta i principi dell’auto-aiuto corale;
- programmi personalizzati di terapia.
Non ci sono invece evidenze scientifiche conclusive sull’efficacia di agopuntura, ipnosi, tecniche comportamentali di avversione, counselling telefonico o ansiolitici.