Alberta T. (Savona)
Come nasce la gelosia?
Ci può essere "complicità" nella gelosia?
Quando la gelosia è normale?
Quando la gelosia è patologica?
La gelosia diventa patologica, fino al delirio, quando è sproporzionata rispetto ai fatti e alle situazioni, quando li distorce, quando induce a invadere, simbolicamente, verbalmente o fisicamente il territorio affettivo dell’altro. Quando tende a chiudere ogni possibilità di relazione con altri della persona amata. Quando vìola, di fatto, la stessa libertà di scelta del/la partner.
Come comportarsi?
Quanti tipi di gelosia esistono?
1) la gelosia competitiva, o normale, che è composta dal dolore provocato dalla paura o dalla convinzione di aver perso l’oggetto d’amore, dalla ferita narcisistica patita quando un altro/a ci viene preferito, dall’ostilità verso il/la rivale più fortunato e dai sensi di colpa che il geloso ha quando si attribuisce la responsabilità della perdita del partner amato;
2) la gelosia proiettiva, quando in realtà il geloso proietta sul/la partner i propri desideri di tradimento inappagati. In tal caso la paura ossessiva dell’infedeltà dell’altro/a serve a tacitare, più o meno inconsciamente, i propri sensi di colpa verso quegli stessi impulsi;
3) la gelosia delirante, o delirio di gelosia, caratterizzata dalla convinzione paranoica dell’infedeltà del partner. La caratteristica del delirio è il suo essere svincolato dalla realtà, spesso del tutto privo di fondamento, ma comunque inamovibile e immodificabile anche di fronte alle più lampanti evidenze della assoluta fedeltà del partner (l’Otello shakespeariano insegna). Il motto del soggetto, più spesso un uomo, in preda al delirio paranoico, può essere così riassunto: «Ti odio perché di te non mi posso fidare, però sei mia, e non ti consento di lasciarmi». Nelle forme estreme la gelosia delirante è associata a disturbi gravi della personalità e a crescente difficoltà a controllare i propri impulsi aggressivi e distruttivi. In questi casi l’individuo può diventare pericoloso non solo per il/la partner ritenuto traditore o colpevole di abbandono, ma che nei confronti della famiglia di origine del partner stesso o addirittura dei figli, come a volte la cronaca ci mostra, troppo tardi.
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