«L’ascolto».
«Da un mese circa non sento più gli odori e i profumi, zero totale. Lei diceva che poteva essere un effetto del Covid, senza altri sintomi. Una forma minore».
«Beh, sì, rispetto a una polmonite interstiziale o a una coagulazione intravascolare disseminata, perdere l’olfatto, anosmia, per qualche settimana, per la salute è meno grave».
«Mi ascolti. E’ come se il mondo fosse avvolto nella nebbia, dal punto di vista del mio olfatto, che di solito è preciso. A volte mi sembra di sentire qualcosa. Poi tutto ripiomba nel nulla. Anche il gusto è alterato [disgeusia], sento di più l’amaro. I sapori non sono più quelli di prima, sono distorti. Un senso di estraneità, come se il mondo che conoscevo fosse scomparso. E’ una crisi di identità: io, non sono più io».
«Intuisco quello che sente. Quando un senso – l’olfatto, la vista, il tatto, l’udito o il gusto – guida la nostra visione del mondo, perderlo, anche per poco, amputa una parte chiave della percezione interna di ciò che esiste. Quindi anche di noi stessi».
Ascolta intensa, uno sguardo particolare. Lo sguardo a due direzioni, lo chiamo. Quando una persona ti osserva, mentre parli, e allo stesso tempo si guarda dentro ed esplora il suo sentire e i suoi pensieri, e li confronta e rielabora, in tempo reale. Sono dialoghi ad alta risonanza. Per un medico sono preziosi, perché aiutano a leggere una malattia dal di dentro, dal vissuto, oltre i sintomi: ne cambiano la visione. Torna alla mente Platone: «Non muovere mai l’anima senza il corpo, né il corpo senza l’anima, affinché difendendosi reciprocamente queste due parti mantengano il loro equilibrio e la salute». E’ una giovane donna assorta, con una luminosa capacità di analizzare i suoi sintomi e le sue emozioni e di dar loro voce.
«L’aveva notato anche mia mamma: il suo odore mi calmava. Mi raccontava che se doveva uscire metteva la sua camicia da notte nella culla vicino al mio viso e io sorridevo beata, con gli occhi chiusi. Adesso mi sento come se fossi diventata cieca di colpo sul fronte dei profumi, e quasi cieca sul gusto».
«Ho una buona notizia – dico subito, per rasserenarla un po’ – Se la perdita è causata dal Covid, faremo subito gli esami, l’olfatto torna nel 98% delle persone in circa un mese. Così dicono gli studi».
«E se fossi in quel 2% cui non torna più? Non vorrei che la mia vita diventasse un concerto senza musica o un film senza video!».
«Circa in un mese, sarei più fiduciosa…».
Sorride, ora, allungando lo sguardo sul futuro. “Spero abbia ragione. Perché ho due altri problemi: senza olfatto, e con baci dal gusto strano, il mio ragazzo mi è diventato un estraneo. Desiderio morto! Già eravamo un po’ in crisi, quel virus mi ha dato il colpo di grazia. L’ho lasciato. Resta un problema cosmico: ho il terrore di contagiare, baciando. Come se mi vedessi tutti i virus lì, in bocca. E di essere contagiata, ancora».
«Senza olfatto ha le lenti nere su tutto, non le sembra?».
«Sì, ecco, i profumi mettono i colori alla mia vita. Senza, vedo tutto nero».
«Nero ma giusto! – aggiungo seria – La contagiosità inconsapevole, da parte di chi non ha sintomi, o ne ha pochi e non “classici”, come la febbre o la tosse, è molto elevata. E’ considerata responsabile del 79% dei contagi dei sintomatici, secondo alcuni modelli matematici».
«Aiuto! Allora faccio bene a preoccuparmi?».
«Della contagiosità sì, almeno finché persistono l’anosmia e la disgeusia. Con il tampone negativo e la ricerca degli anticorpi positiva avremo un punto fermo. Ma non sappiamo se si possa essere reinfettati. Stiamo tutti studiando…».
«Non c’è questa certezza?!».
«Per ora no. La terrò informata».
«Allora torno. Ho tante domande…».
«E io studio! Intanto pensi come sarà felice, quando risentirà il profumo del glicine. O dei tigli in fiore…».
«Olfattiva anche lei?».
Covid e long Covid Desiderio Evitamento sessuale Gusto / Disgeusia Olfatto / Feromoni / Anosmia