Qual è il dramma? Quasi di regola questi bambini e bambine molestati o violentati in disperata solitudine – nella gran parte da persone note – sono costretti a subire in silenzio perché minacciati di ritorsioni gravi. «Se parli uccido tua mamma», «Se parli ti uccido»… Quindi tacciono, terrorizzati, finendo per subire violenze ripetute, spesso per anni. La pedofilia è un delitto gravissimo, che trova collusioni e protezioni scandalose a tutti i livelli della nostra società, che pilatescamente parla di “tutela dei minori” e di “diritti dei bambini”. Nelle conseguenze, l’incesto è ancora più grave della pedofilia esogamica, per alcuni aspetti specifici.
Innanzitutto, l’incesto viola il principio base della fiducia tra bambino e adulti: se non ti puoi fidare di tuo padre, primo colpevole negli abusi endogamici, di chi altri ti potrai fidare? Aumentano per la bambina o la giovane adolescente i sensi di colpa, come se nell’abuso ci fosse una responsabilità oscura della piccola. Un senso di vergogna, per quella macchia oscena che ne ha marchiato il corpo per sempre. Ancor più se nelle seduzioni graduali che a volte succedono fin dalla più tenera età, con un’intimità ambigua, progressiva e insidiosa, la piccola ha provato piacere. O la sensazione di essere prediletta, scelta, o in modo turpe, che non sa ancora giudicare, accarezzata, soprattutto se vive in una famiglia degradata e dai rapporti violenti o indifferenti.
Il secondo aspetto peculiare dell’incesto, che più volte ho purtroppo ritrovato nelle storie di tante donne abusate da bambine, è il ruolo delle madri. Che troppe volte sanno e fanno finta di non sapere e non vedere. Se la tua stessa mamma non ti protegge dall’orco che è in casa, chi altri ti proteggerà nella vita? A chi potrai credere? Di chi ti potrai fidare? La solitudine delle bambine vittime di incesto è in assoluto la più atroce e difficile da recuperare. Perché queste madri non proteggono le loro figlie? Perché hanno paura e sono loro stesse vittime di mariti o compagni violenti e maneschi. Perché succubi. Perché non hanno alternative di vita, e di sopravvivenza, al di fuori di quella degradata e sinistra famiglia. Perché emotivamente dipendenti. Perché sono state loro stesse vittime di abusi o incesti. Perché, e questo è ancora più inquietante e tragico, non vogliono ledere il “buon nome” della famiglia, non vogliono lo scandalo. Sacrificano la figlia, o le figlie, sull’altare della forma sociale.
Con quali conseguenze? La bambina abusata, spesso per anni, si sente un oggetto degradato, senza valore, un oggetto usato e abusato, con devastazione dei suoi sentimenti. Con ferite fisiche, con dolore ripetuto, di cui nessuno sembra accorgersi. Cresce in lei il sentimento di non valere, di non meritare affetto vero, amore, rispetto. Lo ricerca tuttavia, finendo per fidarsi di coetanei o adulti che dicono di amarla. Inizia presto ad accettare rapporti sessuali, fraintendendo l’interesse di una sera per amore. E’ più spesso vittima di altri abusi, di promiscuità. Spesso viene avviata alla prostituzione, incapaci di difendersi e perfino di pensarsi in altro modo. Se la donna rivela l’abuso all’uomo che dice di amarla, rischia una lacerazione profonda della relazione. Anche l’uomo prima affettuoso e tenero può diventare a sua volta violento. Come se lei non meritasse più il suo amore, come se quel corpo abusato scatenasse aggressività arcaiche, fino alle percosse e all’abbandono. Se la coppia regge, e la donna diventa madre, ha tuttavia un senso di inadeguatezza, di scarsa fiducia nella propria capacità di essere una buona mamma, anche se gli studi specifici mostrano che i bambini sono seguiti con affetto e meglio di quanto la donna stessa si riconosca.
L’incesto resta una piaga profonda, diffusa e oscura. E le bambine che ne sono vittime continuano a soffrire in silenzio, nel silenzio cieco e omertoso degli adulti.
Link correlati:Anna e il suo dolore: la storia di un abuso trascurato
Abuso, molestie, stalking, violenza sessuale e domestica Attaccamento affettivo Bambini Etica e bioetica Incesto Riflessioni di vita