Sintesi dell'intervista e punti chiave
Cosa si può fare, in famiglia o a scuola, per insegnare ai piccoli ad essere prudenti e a cogliere il pericolo di una situazione anche quando il contesto sembra rassicurante?
In questa intervista illustriamo dapprima il ruolo del gioco per aiutare i bambini a distinguere il grado di rischio delle diverse situazioni: immaginando dialoghi a vario grado di pericolosità, e associando tre possibili risposte – una autoprotettiva, una a rischio e una molto avventata – ai colori del semaforo. Anche i bambini hanno tre palette colorate, e alzano quella corrispondente alla reazione da loro ritenuta appropriata.
L’obiettivo, ovviamente, non è quello di “premiare” i bimbi più in gamba, ma di insegnare a tutti che si possono nascondere insidie anche in un contesto apparentemente innocuo. E’ possibile, per esempio, che l’aria gentile e “per bene” di un adulto li possa trarre in inganno. E’ quindi importante capire come il piccolo motiva la sua risposta e aiutarlo a capire perché è errata.
Anche le fiabe sono utilissime: il loro linguaggio emotivo, simbolico, associativo (pensiamo solo al lupo che si “traveste” per mangiare Cappuccetto Rosso) è molto più efficace, a quell’età, di un discorso puramente razionale. Dalle fiabe, il bambino può cogliere – inconsciamente e mentre si diverte – verità profonde per la sua anima.
Un concetto chiave da trasmettere è che bisogna sempre dire ai genitori dove si va, e chiedere il permesso per affrontare situazioni nuove. Questo, naturalmente, richiede la presenza di adulti attenti e sensibili, che trasmettano al bambino la certezza che lo proteggeranno sempre dalle situazioni di pericolo: un’esigenza spesso tragicamente disattesa, per esempio quando, per difendere il “buon nome” della famiglia, proprio i genitori tengono nascoste situazioni di abuso perpetrate da congiunti.
Concludiamo l’intervista con alcuni consigli per i papà e le mamme i cui figli sono già spigliati navigatori: insegnare che in chat non bisogna mai dare il nome reale, l’indirizzo e il numero di telefono, ma neppure altri dettagli personali, ad esempio dove ci si allena al pomeriggio con la squadra di calcio; controllare come e dove avviene la navigazione; utilizzare filtri software specializzati nel bloccare i siti vietati ai minori; limitare il tempo che il bambino può dedicare alla Rete; evitare comunque le chat, specialmente in età pre-puberale.
Parole chiave:
Abuso, molestie, stalking, violenza sessuale e domestica
Bambini
Educazione
Internet, videogiochi e televisione
Pedofilia