L’inizio non è facile... Provo ad aiutarla. «Qual è il motivo numero uno per cui cerca aiuto?».
«Sono dieci anni che ho dolore ai rapporti. Un male tremendo, un coltello. Adesso non ne ho più da quanto mi brucia, durante e dopo».
«Fin dalla prima volta?». Annuisce.
«Lei l’aveva voluto, quel rapporto?».
«Teoricamente sì. Ma per me sarebbe stato giusto tanto più in là…».
«Lo conosceva da molto, quel ragazzo?».
«No, due o tre settimane. In un bar, dove stavo con le mie amiche. Una sera mi ha invitata a cena. “Fatti bella!”, mi ha detto. Ero tutta emozionata. Avevo amiche molto più belle di me, quando eravamo in giro i ragazzi guardavano loro. Io ero un po’ il brutto anatroccolo. Però le mie amiche mi volevano bene. Con loro ero contenta. Quella sera lui mi ha portata in un bel posto... Non ero mai stata a cena da sola con un uomo. Non avevo neanche mai baciato un ragazzo… Ai miei avevo detto che andavo a mangiare una pizza con le amiche».
«Era gentile con lei?».
«Mi faceva un sacco di complimenti. E io, stupida, gli credevo. Ha anche ordinato una bottiglia: “Per fare un brindisi alla ragazza più bella del mondo”. Sono diventata rossa e il cuore mi batteva forte. “Dai bevi... Se sorridi sei ancora più bella”. Mi ha fatto una carezza sulla guancia e io ancora più rossa. Ho preso il coraggio a quattro mani e gli ho detto: “Guarda che io non sono mai stata con un ragazzo”. “Mai?! Vergine?!”. Ho annuito. “Non sono proprio pronta”. “Va bene… Ti aspetterò. Brindiamo all’unica ragazza ancora perfetta”. Ero contenta, allegra, mi sembrava tutto fantastico. Ridevo tanto… Se lui mi aspettava… che bello no? Non avevo mai bevuto prima. “Dai, ti accompagno a casa”. Ha messo su bella musica, ero felice. Poi ha cominciato e non sono riuscita a fermarlo. Ho solo sentito un male tremendo, tremendo… Mi sono messa a piangere e lui è diventato cattivo. “Smettila, non fare storie. Prima sante e poi vittime! E’ piaciuto anche a te, non fare scene. Domani ti chiamo. E non parlare, sennò vedi cosa ti succede…”. Ho avuto paura. A casa sono andata subito a letto. Il giorno dopo ho detto che stavo tanto male per le mie cose e non sono uscita dalla camera. Piangevo e basta. Avevo paura che tutti mi leggessero in faccia cos’era successo... Ma nessuno si è accorto di niente. Le mie amiche mi cercavano. Dopo un po’ sono uscita, ho detto solo che avevo avuto delle coliche alla pancia. Lui era ancora al bar che mi aspettava. Ho avuto paura. E’ andata avanti così per un anno, io avevo sempre tanto male. Delle volte mi veniva anche la cistite… Finalmente si è stufato lui. “Non sei una donna! Farlo con una mummia è uguale!”».
«Aveva usato il profilattico?».
«La prima volta, no, non credo proprio. Poi sì. Mi pare sì. Poi ho avuto altri ragazzi, sempre con dolore. Mi sentivo in colpa. Cercavo di compensare in altro modo. Con l’ultimo ragazzo mi sono detta: “Basta! Non voglio più sentirmi obbligata”. E l’ho cercata».
Alla visita, la diagnosi è semplice: i muscoli che circondano la vagina, contrattissimi, suggeriscono un vaginismo moderato. Il dolore acuto alle 5 e alle 7 dell’entrata vaginale (vestibolo), immaginandola come il quadrante di un orologio, conferma la diagnosi di vestibolite vulvare (nota anche come vestibolodinia provocata). La terapia medica, farmacologica, per vestibolite e cistiti, e riabilitativa, fisioterapica, per rilassare i muscoli iperattivi, è consolidata. Va integrata con la psicoterapia, perché l’abuso si è incistato a fondo, bloccando il desiderio. E zero alcol: le donne hanno meno della metà dell’alcol-deidrogenasi, l’enzima che lo catabolizza, ossia che lo elimina. A parità di dose, due bicchieri a testa, per lui, adulto, può essere quasi niente, per lei è già pericoloso.
«Aveva ragione mia nonna: “Non bere, Anna! A noi donne l’alcol toglie il giudizio. E a voi ragazze, ancora di più”».
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Abuso, molestie, stalking, violenza sessuale e domestica Alcol Disturbi del desiderio Dolore ai rapporti / Dispareunia Prima volta Vaginismo Vestibolite vulvare / Vestibolodinia provocata