Mirella C. (Como)
Le reti del male e il virus dell'omertà
Se ognuno di noi si mettesse nei panni di quelle migliaia di bambine e bambini usati come giocattoli da adulti perversi e crudeli, la pedofilia, e il sadismo che l’accompagna, non avrebbero raggiunto queste dimensioni epidemiche di cui la tragedia della piccola Fortuna è l’evento più drammatico. Sgomenta la rete di omertà che ha reso necessari due anni di indagini per arrivare alla verità. Sgomenta sapere che l’uomo che l’ha violentata e uccisa era già noto alle Forze dell’Ordine anche per molestie. Sgomenta sapere che altre bambine piccolissime, figlie della compagna dell’uomo, sono state violentate, pare con la connivenza di lei. Sgomenta sapere che c’è un altro bambino di tre anni, Antonio, morto in circostanze oscure, caduto anche lui da un davanzale dello stesso palazzo. Senza che venisse fatta l’autopsia. Una casa dove in poco tempo due bambini precipitano e muoiono in circostanze oscure non desta gravissimi sospetti? Come fa una bambina alta un metro e dieci a lanciarsi da un parapetto liscio alto un metro e trenta?
Coloro che sanno e tacciono, come possono vivere senza sentirsi rivoltare dalla vergogna? Conniventi e complici di un abuso che si perpetua e si ramifica, con l’infettività di un virus morale che non conosce anticorpi. Chi di noi ha avuto la fortuna di vivere con genitori amorevoli, teneri e rispettosi intuisce il baratro di disperazione e di amputazioni subito da questi piccoli, derubati del presente e del futuro, segnati per sempre nel corpo e nell’anima, “oggetti” degradati ai propri stessi occhi prima ancora che agli occhi degli altri.
Quali conseguenze comporta l'abuso sessuale?
Vengono uccise nel bambino:
- l’innocenza, il diritto a un affetto limpido, a un abbraccio confortante, a una tenerezza luminosa, che scaldi il corpo e il cuore, a un amore protettivo che dia fiducia in sé e nella vita, senza ambiguità;
- la possibilità di vivere l’infanzia nella dimensione di giochi e di affetti adeguati all’età, e che facciano crescere i suoi molti talenti: intellettuali, sportivi, musicali, artistici, affettivi;
- la possibilità di fidarsi degli adulti, e perfino della madre, quando lei diventa complice dell’abuso, quando non protegge la bambina, o il piccolo, sottraendolo a queste grinfie mortali, o peggio, quando vende il corpo dei figli ad adulti cinici e perversi;
- la possibilità di un amore adulto che sia capace di intimità vera, di rispetto, di attenzione, di tenerezza: se la prima e unica esperienza infantile è di abuso, quello sarà con alta probabilità il modello di riferimento interiore per le relazioni future, ancor più se il contesto sociale dà poche alternative.
E' possibile guarire dalle conseguenze della violenza?
E' possibile prevenire queste tragedie?
- rispettando l’infanzia e il diritto all’innocenza;
- mantenendo un rigore etico impeccabile nei nostri comportamenti con i bambini;
- non stimolando la seduttività di bambine e bambini in modo inappropriato, dal vestiario agli atteggiamenti;
- non usando strumentalmente i bambini come sensuali oggetti di desiderio nella pubblicità;
- imparando a usare le antenne del cuore per non diventare complici o conniventi dell’abuso;
- evitando convivenze inappropriate, per esempio con il nuovo compagno della madre dopo la separazione, finché non si sia certissime sulla qualità dell’uomo che vivrà in casa a contatto con una bambina o una figlia adolescente.
E’ tempo di ripensare ai fondamentali della vita: i bambini non si toccano sessualmente, nemmeno col pensiero.
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