A.T. (Padova)
Capisco meglio, se studio e ragiono in parallelo: quali sono le somiglianze e quali (e perché) le differenze? Non contenta, al quarto anno di Medicina, nel 1976, all’Università di Padova, già interna a Ginecologia, ho ottenuto l’internato a Urologia, prima donna a varcare la soglia di quel reparto di soli medici uomini. Da allora ho coltivato entrambe le specialità, con un asso nella manica per la cura delle cistiti delle donne.
Ed ecco il punto. Due sono i denominatori comuni tra prostatiti e cistiti: la “sindrome delle frontiere infrante”, e i biofilm patogeni di germi di provenienza intestinale, Escherichia coli uropatogeno (UPEC) ed Enterococcus faecalis.
La parete dell’intestino è una frontiera dinamica altamente selettiva. E’ rivestita da una mucosa che, distesa, è grande come un campo da tennis per il doppio (circa 250 mq). La parte più interna è rivestita da singole cellule a palizzata (enterociti), tenute giustapposte da strutture chiamate “giunzioni strette” (tight junction). Quando è integra, la mucosa lascia entrare nel sangue e nei linfatici solo piccole molecole di nutrienti utili: aminoacidi, zuccheri semplici, acidi grassi essenziali, vitamine, sali minerali. La stitichezza “tiene il nemico dentro”: mantiene nel corpo sostanze tossiche e un microbiota (l’insieme dei microrganismi che convivono con noi, alleati o nemici) alterato, “disbiotico”. Questo infiamma la parete intestinale e i microrganismi nemici, UPEC per primo, attaccano le giunzioni strette con veri e propri dispositivi di scavo (le proteasi), le forzano ed entrano nel corpo. Ecco perché parlo di sindrome delle frontiere infrante. Da lì, per via linfatica ed ematica, l’UPEC attacca sia la prostata sia la vescica. Si annida dentro le cellule, dove si moltiplica formando le cosiddette comunità batteriche intracellulari, o biofilm patogeni intracellulari: di fatto, veri e propri terroristi in casa, poco raggiungibili sia dal nostro sistema immunitario sia dagli antibiotici, che peraltro devastano l’intestino peggiorando la disbiosi e la lesione delle frontiere.
Ecco perché dieta, cura dell’intestino, correzione della stipsi, miglioramento del microbiota intestinale, attraverso opportuni probiotici, e ripristino della frontiera selettiva riducono la vulnerabilità a prostatiti e cistiti. Persuaso?
Pillole di salute
Lucia (Imola)
La glicemia alta nutre i microrganismi nemici. Fra l’altro, triplica il rischio di vaginiti da Candida e di cistiti da Escherichia coli.
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