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Tempo d'estate: attenzione alla Clamidia!

24/07/2017

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Voglia d’estate, voglia d’amore, voglia di spensieratezza e leggerezza: tutte sensazioni belle, entusiasmanti, che riempiono di luce progetti estivi e vacanze. Purtroppo la crescente promiscuità ha reso molto più frequenti e diffuse le malattie sessualmente trasmesse. Le più insidiose sono le più silenziose: perché infettano dando sintomi medio-lievi, spesso poco riconoscibili, salvo poi presentare un conto in salute salatissimo a lungo termine.
Tra queste merita una segnalazione speciale la Clamidia Trachomatis: germetto intracellulare con una particolare affinità per i genitali interni delle donne, utero e tube, soprattutto giovani, che sono molto più vulnerabili tra i 15 e i 24 anni. Il rapporto tra uomini e donne colpiti è di 1:5,6. Dunque è quasi sei volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini. E’ responsabile di una delle infezioni sessualmente trasmesse più frequenti. Negli ultimi dieci anni è aumentata da 6 a 10 volte nei Paesi del mondo “ad alto reddito”, per la crescente promiscuità sessuale. Dà sintomi precoci, quali secrezioni vaginali abbondanti e dolori addominali, solo nel 25% circa dei casi; più rari ancora sono il sanguinamento dopo il rapporto o i bruciori urinari. In tutti gli altri casi agisce silenziosamente o quasi: ecco perché è ancora più pericolosa! Per la diagnosi bisogna pensarci, perché la Clamidia richiede un terreno di coltura particolare: occorre fare un tampone endocervicale specifico e/o la ricerca, nel sangue, degli anticorpi anti-clamidia.
Perché è così dannosa per le donne? La Clamidia entra nelle cellule che rivestono la parete interna dell’utero (“endometrio”) o delle tube (“mucosa tubarica”) e causa una risposta immunitaria distruttiva nei confronti dei tessuti genitali infettati. Nelle tube provoca un’infiammazione di varia gravità (“salpingite”), responsabile di gravidanze extrauterine o di sterilità tubarica, se la tube vengono completamente occluse dalla cicatrizzazione post-infezione: ed ecco che, a 35-40 anni, la donna scopre con amarezza il regalo avvelenato ricevuto da una notte d’amore senza protezione. L’infezione dell’endometrio e l’infiammazione che ne consegue (“endometrite”) concorrono all’infertilità rendendo più difficile l’annidamento in utero dell’ovulo fecondato. Per la semplice ragione che “su un campo in fiamme non si semina”, nel grande mondo come nel piccolo mondo dell’utero. Quando l’infezione è intensa, può estendersi dalle tube al piccolo bacino, causando la cosiddetta “malattia infiammatoria pelvica”, nota tra i medici come “PID”, acronimo dell’inglese “Pelvic Inflammatory Disease”. Questa infiammazione estesa colpisce circa il 40% delle donne con infezione tubarica da Clamidia. La PID è responsabile di dolore pelvico cronico e dolore alla penetrazione profonda (“dispareunia profonda”).
Per fortuna la diagnosi precoce, con un’adeguata terapia antibiotica, consente di debellare il germe e prevenire le complicanze, in modo tanto più efficace quanto più è tempestiva. Purtroppo però solo una minoranza di donne consulta il medico nelle fasi iniziali dell’infezione, proprio perché è così subdola: ecco perché è fondamentale proteggersi sempre con il profilattico, usato bene fin dall’inizio del rapporto, senza eccezioni avventurose. In più, le infezioni possono coinvolgere più germi e i guai si moltiplicano: attenzione dunque alle relazioni pericolose!
Che iattura, ragazze, diranno molte lettrici: ma ai maschi non succede mai niente? Untori e basta?
Per la verità, la Clamidia può provocare danni seri anche nell’uomo, seppur molto meno frequenti: uretriti, ossia infezioni e infiammazioni del canale da cui escono l’urina e lo sperma, nel momento dell’eiaculazione; epididimiti e orchiti: infezioni a carico dei testicoli, dove vengono prodotti gli spermatozoi, le cellule riproduttive maschili; prostatiti croniche, causa di dolore pelvico cronico. Non ci conforta, infine, sapere che la Clamidia, in entrambi i sessi, non si limita affatto ad attaccare i genitali interni, come molti credono. No: la sciagurata viaggia silenziosa nel sangue e va ad infettare organi molto distanti dalla sede di entrata, quali gli occhi, dove può provocare congiuntiviti difficili da debellare, e le articolazioni, con artriti dolorose, per esempio del ginocchio!
Ecco perché prevenire è meglio che curare. E perché è indispensabile che i genitori parlino chiaramente con i figli adolescenti, maschi e femmine, di questi rischi e dell’importanza di usare sempre il profilattico. Inutile fare gli struzzi. Oggi più di ieri ci vuole franchezza nell’educazione sentimentale e sessuale: per avere figli felici oggi, sereni e in salute domani.

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