«E allora?», dirà qualcuno. «A cosa serve il saluto?». Serve a molte cose. Innanzitutto dovrebbe/potrebbe stabilire un ponte di attenzione, ancorché fugace, con un’altra persona. Essenziale: rompe il muro della solitudine e dell’invisibilità, propria e/o altrui. Se gentile, abbassa tensioni e potenziali aggressività. Crea un’atmosfera sicuramente più positiva non solo intorno a noi, ma dentro di noi. Al terzo saluto sorridente che diamo e riceviamo al mattino, molte delle nuvole nere che spesso abitano il nostro cuore cominciano a lasciar passare qualche raggio di sole. La tensione fisica si attenua. Se il sorriso che riceviamo di ritorno è caldo e sincero, se è accompagnato da uno sguardo cordiale, e magari allegro e gioviale, ecco che il raggio di sole spazza via del tutto le nuvole che ci pesavano. Se il tono di voce è educato, sorridente, vibrante, il saluto diventa un dono luminoso. Bellissimo e gratuito. Una carezza per l’anima.
Che cosa si perde quando non si saluta gentilmente? Le perdite sono di due tipi. Personali: chi non saluta mettendoci un minimo di gentilezza perde un’opportunità di farsi girare in meglio la giornata. Di uscire dal proprio egocentrismo, se non dalle proprie cupezze e dai propri problemi, per aprirsi a qualcosa di più piacevole, almeno momentaneamente. Rinuncia a modificare la chimica del proprio cervello: il volto occupa una parte cospicua della mappa fisica cerebrale (l’“homunculus”). Di questa la bocca ha una dominanza singolare: non solo perché serve a nutrirsi, ma perché esprime e modula alcune tra le più preziose e raffinate interazioni umane. Il sorriso aumenta le endorfine, che sono le nostre molecole della gioia; la serotonina, che aiuta a togliere le lenti grigie per mettere quelle colorate con cui guardare il mondo; la dopamina, che contrasta la tendenza a isolarsi e deprimersi per aumentare invece la voglia di fare e stare con gli altri. Il sorriso abbassa in parallelo il cortisolo e l’adrenalina, ormoni dello stress, riduce la tensione muscolare e abbassa la pressione. Modifica i feromoni, aumentando quelli di “affiliazione”, che ci portano a essere percepiti come più piacevoli, e riducendo quelli d’ansia e di paura, che condizionano negativamente chi ci incontra o sta con noi.
Il saluto gentile cambia le atmosfere interiori ed esteriori in cui si vive. Il comportamento, e soprattutto la mimica del volto, hanno un potere straordinario (e poco valutato) di modificare le interazioni sociali. Sono un potentissimo “apri barriere” e “problem solving”: ecco perché il non salutare con garbo e gentilezza ci fa perdere uno straordinario strumento di interazione sociale. Il saluto gentile e sorridente è un potentissimo “facilitatore sociale”, come si dice oggi, per vivere meglio. Ma non solo per vantaggi personali. Quanto bene possiamo fare agli altri e non facciamo, per maleducazione, negligenza o indifferenza? Si può fare davvero molto, con un saluto affettuoso e sorridente, con una voce chiara, con uno sguardo che cerchi lo sguardo dell’altro per dire: «Ti ho visto davvero. Esisti per me». Che sia il bambino o l’adolescente. Il malato o il sano. Il povero cui hai deciso di dare qualcosa. O il tuo stesso familiare.
Il saluto gentile è un raggio di sole. Sta a noi regalarlo, scoprendo che scalda noi tanto quanto chi lo riceve. Dà molto agli altri, e arricchisce molto noi stessi. E’ paradossale che in una società così egoista e così attenta al valore delle cose e delle interazioni sociali non si dia all’arte del saluto tutta l’attenzione che merita. Cominciando da bambini. Per insegnare loro che con garbo e gentilezza si fa tutto nella vita.
Adolescenti e giovani Bambini Comunicazione Educazione Emozioni e fattori emotivi Gentilezza Olfatto / Feromoni / Anosmia Qualità della vita Riflessioni di vita Stress