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Attacco di panico: fattori predisponenti, eventi precipitanti, strategie preventive

Attacco di panico: fattori predisponenti, eventi precipitanti, strategie preventive

15/02/2009

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di: Roberta Lupi e Valeria Colangelo (Radio Radio)

Sintesi dell'intervista e punti chiave

Inizia all’improvviso, senza alcun preavviso, con un forte batticuore e un inspiegabile senso di paura. Un dolore acuto trafigge il torace, come una coltellata. Il corpo trema, si suda freddo, manca il respiro e si ha una sensazione di terrore, spesso con una forte nausea. La testa è vuota e aumenta la paura di perdere il controllo di sé, addirittura di impazzire o di morire. Sono i sintomi dell’attacco di panico, sino a pochi anni fa riconosciuti con fatica anche dai medici, e spesso così violenti da essere scambiati con quelli dell’infarto. Si tratta di un disturbo a forte componente genetica e assolutamente da non sottovalutare, sia per il carico di sofferenza psicofisica che comporta, sia perché compromette seriamente la qualità di vita non solo di chi ne è colpito, ma anche dei familiari, degli amici, dei colleghi. In positivo, con le giuste terapie e soprattutto adeguati stili di vita può essere efficacemente prevenuto.
Quali sono i fattori che lo scatenano, determinando sintomi così vari e allarmanti? Quanto è frequente? E’ vero che colpisce di più le donne e le persone ansiose? Che cosa si può fare per evitarlo?
In questa intervista illustriamo:
- come i sintomi neurovegetativi, affettivi e cognitivi dell’attacco di panico siano dovuti all’improvvisa liberazione di quantità elevate di adrenalina da parte delle ghiandole surrenali;
- il peso della componente genetica nell’insorgere del disturbo, e come tale predisposizione – lungi dal costituire un destino ineluttabile – sia poi amplificata da stimoli ambientali ansiogeni, stili di vita inappropriati, eventi stressanti, carenza cronica di sonno;
- l’incidenza dell'attacco di panico nella popolazione generale e fra le donne (due volte più degli uomini);
- perché il disturbo colpisce maggiormente le donne: le vie e i centri nervosi che coordinano le emozioni di attaccamento, e di panico con angoscia di separazione, sono geneticamente legate alla funzione di accudimento dei piccoli e risultano più sensibili alle variazioni dei livelli di estrogeni;
- come nelle donne si abbia un primo picco di incidenza nell’adolescenza e un secondo intorno ai 45 anni, ossia proprio quando sono massime le fluttuazioni estrogeniche;
- le caratteristiche fisiche e psicologiche della persona affetta da ansia eccessiva (“libera fluttuante”): preoccupazione nei confronti di qualsiasi problema, anche minimo; sensazione di irrequietezza e inquietudine, come di fronte a un pericolo incombente; facile affaticabilità; difficoltà di concentrazione; irritabilità; sonno leggero, non riposante, con risvegli frequenti e precoci;
- gli stili di vita che aiutano a prevenire l’attacco di panico: organizzazione accurata delle attività che inducono più ansia; sonno regolare; movimento fisico quotidiano; yoga o altre tecniche di rilassamento; respirazione profonda; niente caffé, the, alcolici e droghe eccitanti; affetti solidi;
- la possibilità, nei casi più gravi, di ricorrere all’aiuto degli “inibitori della ricaptazione della serotonina” (SSRI), antidepressivi di ultima generazione con proprietà anche ansiolitiche.

Parole chiave:
Ansia Attacco di panico

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