Sintesi dell'intervista e punti chiave
In questa seconda parte analizziamo più in dettaglio le fasi dell’incontro:
- la verifica obiettiva delle condizioni dei genitali esterni (alla ricerca di eventuali arrossamenti, infiammazioni e distrofie);
- l’analisi della cosiddetta “mappa del dolore” (che può rivelare la presenza di una patologia assai dolorosa, la vestibolite vulvare);
- il dolore alla palpazione del muscolo “elevatore dell’ano”, all’inserzione sulla “spina ischiatica”, osso su cui il muscolo si inserisce, posto circa a metà della vagina. Il muscolo contratto diventa dolente (“mialgico”) e può originare dolori localizzati o irradiati, oltre a peggiorare la difficoltà alla penetrazione, causando dolore ai rapporti (“dispareunia”). La palpazione può allora evidenziare questa ulteriore fonte di dolore;
- la visita del collo dell’utero (indispensabile per l’eventuale diagnosi di polipi o altre lesioni), delle tube e delle ovaie;
- l’analisi del pH vaginale (per verificare il livello di estrogeni in vagina e possibili alterazioni degli ecosistemi batterici);
- l’uso dello “speculum”, per visualizzare il collo dell’utero ed effettuare il prelievo per il pap-test, ed eventualmente per il “virapap” (test per la tipizzazione dei diversi ceppi presenti, in caso di infezione da Papillomavirus) e/o per i tamponi vaginali e cervicali (necessari in caso di infezioni quando si voglia diagnosticare il tipo di germe in causa).
Concludiamo con alcuni consigli sulla frequenza della visita nel corso dell’anno.
- La serie completa
- La visita ginecologica - Seconda parte: come si svolge
- La visita ginecologica - Prima parte: come affrontarla
Allegati disponibili:La diagnosi dei disturbi sessuali caratterizzati da dolore: il ruolo del ginecologo Sessualità in menopausa: il ruolo del ginecologo
Parole chiave:
Visita ginecologica