Pearce M, Garcia L, Abbas A, Strain T, Barreto Schuch F, Golubic R, Kelly P, Khan S, Utukuri M, Laird Y, Mok A, Smith A, Tainio M, Brage S, Woodcock J.
Association between physical activity and risk of depression: a systematic review and meta-analysis
JAMA Psychiatry. 2022 Jun 1;79(6):550-559. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2022.0609
Valutare la relazione dose-risposta fra movimento fisico e rischio di depressione negli adulti: è questo l’obiettivo della review coordinata da Matthew Pearce e James Woodcock, della MRC Epidemiology Unit presso l’Università di Cambridge (Inghilterra). Al lavoro hanno preso parte anche ricercatori dell’Università di Edimburgo (Scozia), dell’Università di Sydney (Australia) e dell’Università Federale di Santa Maria (Brasile).
La review è stata condotta su studi prospettici di coorte indicizzati da PubMed, SCOPUS, Web of Science e PsycINFO sino a dicembre 2020, senza limitazioni di lingua. Gli studi dovevano:
- analizzare gli effetti di almeno 3 diversi livelli di attività fisica;
- utilizzare un campione di almeno 3000 adulti;
- prevedere almeno 3 anni di follow-up.
Questi, in sintesi, i risultati:
- sono stati analizzati 15 studi per un totale di 191.130 partecipanti e 2.110.588 persone-anno;
- è stata osservata una relazione dose-risposta inversa fra attività fisica e depressione, con gradienti di associazione più ripidi a volumi di attività inferiori e un’eterogeneità ampia e significativa (I2 = 74%; P <.001);
- rispetto agli adulti sedentari, per coloro che totalizzano metà del volume raccomandato di attività fisica (4,4 ore/settimana a parità di equivalente metabolico dell’attività, MET) il rischio di depressione si riduce del 18% (95% CI, 13%-23%);
- sempre rispetto alle persone sedentarie, per coloro che svolgono tutta l’attività fisica raccomandata (8,8 ore/settimana a parità di MET) il rischio si riduce del 25% (95% CI, 18%-32%);
- oltre a questo livello di attività, i benefici marginali diminuiscono e diventano più incerti;
- complessivamente, e sulla base di stime, se tutti i partecipanti attivi avessero totalizzato il massimo volume di attività raccomandato, l'11,5% (95% CI, 7,7%-15,4%) dei casi di depressione avrebbe potuto essere evitato.
In conclusione:
- la review conferma i benefici del movimento fisico sul tono dell’umore, anche quando sia fatto a livelli inferiori di quelli raccomandati dalle linee guida internazionali;
- il gradiente della relazione dose-risposta indica che passare da una situazione di sedentarietà a un primo livello di attività fisica produce, in termini relativi, i benefici più vistosi: in altre parole, si potrebbe dire che il primo passo è il più importante;
- è fondamentale che tutti i professionisti della salute, e in particolare i medici di medicina generale, spieghino ai propri pazienti gli importanti benefici marginali sul tono dell’umore e sullo sguardo verso la vita di ogni incremento, anche modesto, dell’attività fisica quotidiana.