Dalla pubertà alla menopausa, quindi, il ciclo è l’ago della bilancia della salute femminile ed è importante che il medico pratico offra alla donna ogni utile informazione sulle sue caratteristiche: per capire quando è regolare, ma anche per scoprire quali sono i disturbi che possono turbarne l’equilibrio.
Questo breve articolo è strutturato secondo il metodo del “vero o falso”, proprio per simulare il dialogo che può instaurarsi fra il medico e la paziente nel corso di una visita.
1) Le mestruazioni possono ricomparire anche dopo due anni che il ciclo si è interrotto per la menopausa
2) Il caldo può far anticipare o ritardare il ciclo
- con i bagni di mare quando l’acqua è molto fredda: questa determina infatti una vasocostrizione che può far slittare l’arrivo del ciclo;
- se si modifica drasticamente il ritmo sonno-veglia.
Questo tipo di ritardo o di anticipo, però, è occasionale, è contenuto nell’arco di una settimana e non deve allarmare.
La situazione è diversa se il ciclo è costantemente irregolare: il disturbo potrebbe dipendere da un ovaio policistico o da problemi tiroidei. Dopo i 40 anni, invece, potrebbe essere il segnale di un rallentamento della funzionalità ovarica: la produzione di estrogeni e progesterone perde il suo naturale equilibrio, l’ovulazione salta, la fertilità si riduce, la mestruazione diventa irregolare. In questi casi è importante parlare con il ginecologo.
3) La menopausa precoce si può diagnosticare
Un altro esame utile è il dosaggio del 17 beta estradiolo: un livello al di sotto di 30 picogrammi/ml dice che la ricomparsa del flusso è poco probabile; sotto i 20 pg/ml, che l’ovaio ha esaurito le scorte di follicoli e produce estrogeni in modo ormai residuale.
Tuttavia, le modificazioni ormonali sono estremamente variabili e impredicibili. Non esiste un modello scientifico, basato per esempio sui livelli di FSH ed estradiolo, che consista di prevedere quando comparirà esattamente la menopausa.
Due altri indicatori preziosi di incombente esaurimento ovarico, e quindi di rischio di menopausa precoce o anticipata, sono l’inibina B e l’ormone antimulleriano. L’inibina b è il più potente inibitore dell’FSH ed è prodotta dai follicoli dell’ovaio: si riduce quando il loro numero è prossimo all’esaurimento. La riduzione dei livelli dell’inibina B porta, a sua volta, a un aumento dell’FSH. Anche l’ormone antimulleriano, altro prodotto dei follicoli ovarici, si riduce con l’arrivo della menopausa.
La menopausa si associa anche alla riduzione del DHEA (deidroepiandrosterone), prodotto dal surrene. Il DHEA si riduce con l’età (2 per cento l’anno dopo i 30 anni) con una ulteriore riduzione, del 40-60 per cento, con la menopausa.
Un ultimo, utile strumento di diagnosi è l’ecografia ginecologica, per valutare le dimensioni delle ovaie: più sono piccole, minore è il numero di follicoli e di ovociti, e minore è la fertilità residua.
4) Negli ultimi giorni della mestruazione, quando il flusso è ormai scarso, è meglio evitare l'uso degli assorbenti interni perché irritano le pareti della vagina
In tal caso è necessaria una fisioterapia per rilassare il muscolo e prevenire entrambi i problemi. Nel frattempo, è meglio ricorrere ai tamponi mini, utilizzandoli con un gel lubrificante, a base per esempio di acido ialuronico o vitamine A ed E. Durante la notte, invece, è meglio utilizzare assorbenti esterni.
5) Nei primi due giorni di mestruazione è normale cambiare l'assorbente anche otto volte
Se la perdita è ancora maggiore, è possibile che la donna soffra di menometrorragia, che spesso dipende da squilibri ormonali, più frequenti nei primi anni dopo il menarca e in quelli precedenti la menopausa. Oppure, l’eccessivo sanguinamento può essere dovuto alla presenza di una formazione benigna (come un fibroma, un polipo dell’utero o una cisti ovarica). Una visita ginecologica è sempre consigliabile.
6) Il dolore mestruale può essere la spia di una malattia
L’endometriosi è una malattia estrogeno-dipendente caratterizzata dalla presenza di frammenti di endometrio, lo strato interno dell’utero, al di fuori della sue sede naturale. Proprio per questo motivo, l’endometrio viene definito ectopico. Il tessuto endometriosico può trovarsi disseminato:
- sull’ovaio, sulla tuba, sul setto retto vaginale, sui legamenti utero-sacrali, sul peritoneo;
- all’interno del muscolo che costituisce la parete dell’utero (miometrio): si parla in tal caso di “adenomiosi”;
- in altri organi pelvici, come l’intestino, la vescica o il retto;
- negli ureteri;
- più raramente, in organi extra-addominali, come il polmone;
- nell’ombelico e nelle cicatrici di precedenti interventi;
- nel decorso del nervo sciatico.
Questo ampio spettro di possibili localizzazioni spiega la grande varietà di sintomi e di complicanze che l’endometriosi può causare. Il problema nasce dal fatto che il tessuto ectopico risponde agli stimoli ormonali tipici dell’ovulazione e dell’età fertile, esattamente come il normale endometrio: cresce in altezza durante la prima metà del ciclo, si arricchisce di zuccheri e sostanze nutritive durante la seconda, e poi si sfalda nel peritoneo o nelle altre strutture che lo ospitano, causando un forte dolore e infiammazione cronica, con danno tissutale, funzionale e strutturale degli organi colpiti.
Le cure non mancano e una buona visita ginecologica, corredata da un’ecografia pelvica, può già orientare la diagnosi. L’endometriosi può poi essere controllata con la pillola anticoncezionale o un progestinico assunti in continua.
7) Il flusso abbondante si può curare
Chi preferisce i rimedi naturali può invece ricorrere alla tintura madre di Borsa del Pastore, una pianta con azione antiemorragica. Le dosi: 50 gocce, 3 volte al giorno, a partire dal primo giorno della mestruazione. In alternativa si può usare il rimedio omeopatico Sabina 9 CH: 5 granuli, 3 volte al dì.
A partire da una settimana prima dell’arrivo del flusso, inoltre, è utile incrementare il consumo di alimenti ricchi di vitamina K (latte, te verde, verze, cavoli, cavolfiori e asparagi), che migliora i meccanismi della coagulazione.
8) Se si prende la pillola le mestruazioni non sono dolorose
La pillola ideale è quella in continua: oltre a bloccare l’ovulazione, come tutte le pillole, riduce la quantità del flusso o lo elimina, e con esso il dolore che lo accompagna.
9) Si possono avere le mestruazioni anche se si è gravide
10) Il sangue mestruale è diverso da quello che circola nell'organismo
Nonostante ciò, le perdite mestruali, soprattutto se abbondanti, vanno ugualmente a pesare sul bilancio del ferro a disposizione dell’organismo, mandandolo in passivo. E se il ferro scarseggia, l’organismo produce globuli rossi più piccoli e poveri di emoglobina, e l’anemia sideropenica, corredata quasi sempre da pallore, stanchezza e depressione, ha via libera.
11) Durante le mestruazioni è più facile prendere infezioni genitali
1) il pH del sangue è 7.39 (range 7.35-7.45), mentre il pH dell’ecosistema vaginale è 4.0-4.4. Questo determina una modificazione del microbiota vaginale, una riduzione temporanea dei lattobacilli e un’aumentata vulnerabilità a infezioni sia da germi intestinali sia da malattie sessualmente trasmesse;
2) il collo dell’utero è più beante per far passare il sangue mestruale, e questo facilita la risalita dei germi verso l’utero, con endometriti, e le tube, con salpingiti;
3) l’endometrio che si sfalda crea soluzioni di continuità che possono facilitare l’entrata dei germi nell’organismo.