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Commento a:
An P, Wan S, Wang L, Xu T, Xu T, Wang Y, Liu J, Li K, Wang X, He J, Liu S,
Modifiers of the effects of vitamin D supplementation on cardiometabolic risk factors: a systematic review and meta-analysis
Engineering, July 2024, Engineering, July 2024, doi: 10.1016/j.eng.2024.07.010
Valutare l’effetto della supplementazione di vitamina D sui fattori di rischio cardiometabolico: è questo l’obiettivo di una recente meta-analisi che ha visto in prima linea ricercatori dell’Università di Pechino, della Brown University a Providence (USA) e della Columbia University a New York.
Il lavoro è stato condotto su 99 studi clinici randomizzati pubblicati fino a marzo 2024, per un totale di 17.656 partecipanti.
Nel complesso, rispetto al placebo, la supplementazione di vitamina D (dose media: 3320 UI/giorno; range 40-120.000 UI/giorno) ha effetti favorevoli su:
- pressione sanguigna sistolica: −2,04 (−3,50, −0,59) mmHg; 1 mmHg = 0,133 kPa;
- pressione sanguigna diastolica: −3,00 (−3,61, −2,39) mmHg;
- colesterolo totale: −0,12 (−0,21, −0,03) mmol/L;
- glicemia a digiuno: −0,13 (−0,20, −0,05) mmol/L;
- emoglobina glicata: −0,09% (−0,13%, −0,05%);
- insulina nel sangue a digiuno: −7,61 (−11,93, −3,30) pmol/L.
I benefici della vitamina D sono più evidenti negli studi condotti su soggetti non occidentali e su partecipanti con valori di 25-idrossivitamina D basale inferiori a 15,0 ng/mL, non obesi (BMI < 30) e di età ≥ 50 anni.
Questi risultati evidenziano:
- l’utilità generale della vitamina D;
- e al tempo stesso, per ottimizzare gli esiti cardiometabolici, l’opportunità di definire strategie di supplementazione personalizzate (soprattutto in termini di dosaggio e durata dell’intervento) che tengano conto di variabili come etnia, età, indice di massa corporea e livelli circolanti di D-25OH.
An P, Wan S, Wang L, Xu T, Xu T, Wang Y, Liu J, Li K, Wang X, He J, Liu S,
Modifiers of the effects of vitamin D supplementation on cardiometabolic risk factors: a systematic review and meta-analysis
Engineering, July 2024, Engineering, July 2024, doi: 10.1016/j.eng.2024.07.010
Valutare l’effetto della supplementazione di vitamina D sui fattori di rischio cardiometabolico: è questo l’obiettivo di una recente meta-analisi che ha visto in prima linea ricercatori dell’Università di Pechino, della Brown University a Providence (USA) e della Columbia University a New York.
Il lavoro è stato condotto su 99 studi clinici randomizzati pubblicati fino a marzo 2024, per un totale di 17.656 partecipanti.
Nel complesso, rispetto al placebo, la supplementazione di vitamina D (dose media: 3320 UI/giorno; range 40-120.000 UI/giorno) ha effetti favorevoli su:
- pressione sanguigna sistolica: −2,04 (−3,50, −0,59) mmHg; 1 mmHg = 0,133 kPa;
- pressione sanguigna diastolica: −3,00 (−3,61, −2,39) mmHg;
- colesterolo totale: −0,12 (−0,21, −0,03) mmol/L;
- glicemia a digiuno: −0,13 (−0,20, −0,05) mmol/L;
- emoglobina glicata: −0,09% (−0,13%, −0,05%);
- insulina nel sangue a digiuno: −7,61 (−11,93, −3,30) pmol/L.
I benefici della vitamina D sono più evidenti negli studi condotti su soggetti non occidentali e su partecipanti con valori di 25-idrossivitamina D basale inferiori a 15,0 ng/mL, non obesi (BMI < 30) e di età ≥ 50 anni.
Questi risultati evidenziano:
- l’utilità generale della vitamina D;
- e al tempo stesso, per ottimizzare gli esiti cardiometabolici, l’opportunità di definire strategie di supplementazione personalizzate (soprattutto in termini di dosaggio e durata dell’intervento) che tengano conto di variabili come etnia, età, indice di massa corporea e livelli circolanti di D-25OH.
