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Sindrome genito-urinaria della menopausa: il contributo terapeutico degli androgeni

03/03/2019

Sindrome genito-urinaria della menopausa: il contributo terapeutico degli androgeni
"Science News" - Segnalazioni e commenti on line su articoli scientifici di particolare interesse
Commento a:
Simon JA, Goldstein I, Kim NN, Davis SR, Kellogg-Spadt S, Lowenstein L, Pinkerton JV, Stuenkel CA, Traish AM, Archer DF, Bachmann G, Goldstein AT, Nappi RE, Vignozzi L.
The role of androgens in the treatment of genitourinary syndrome of menopause (GSM): International Society for the Study of Women's Sexual Health (ISSWSH) expert consensus panel review
Menopause. 2018 Jul;25(7):837-847. doi: 10.1097/GME.0000000000001138

Suggerire l’inclusione sperimentale degli androgeni nella terapia della sindrome genito-urinaria della menopausa: è questo l’obiettivo del documento di consenso messo a punto nel 2018 da un gruppo di quattordici esperti della International Society for the Study of Women's Sexual Health (ISSWSH).
I sintomi genito-urinari correlati alla menopausa colpiscono più del 50 per cento delle donne, con un impatto marcato sulla funzione sessuale, sulla vita quotidiana, sul benessere emotivo, sull’immagine corporea e sulla relazioni interpersonali.
Il trofismo dei tessuti dell’apparato genito-urinario dipende sia dagli estrogeni che dagli androgeni. In particolare il clitoride, il vestibolo, l’uretra, la parete vaginale anteriore, il tessuto periuretrale e il pavimento pelvico sono responsivi agli androgeni. Storicamente, però, lo sviluppo farmacologico ha dato origine in misura predominante a terapie a base di estrogeni.
Di recente, tuttavia, trial clinici a doppio cieco contro placebo hanno dimostrato che il deidroepiandrosterone (DHEA) somministrato per via vaginale, potenziando la produzione locale di androgeni ed estrogeni, migliora i sintomi della menopausa, inclusa la dispareunia da moderata a severa. Dati per ora limitati, inoltre, indicano come il trattamento a base di testosterone sistemico possa migliorare le condizioni dell’epitelio e il flusso sanguigno. Studi in aperto, con un impiego in alte dosi di testosterone intravaginale in donne sottoposte a inibitori dell’aromatasi per un cancro alla mammella, hanno portato a una riduzione del pH vaginale, a un miglioramento dell’indice di maturazione vaginale e a un attenuamento del dolore ai rapporti.
Il gruppo di lavoro conclude quindi che:
- il testosterone vaginale può contribuire validamente al trattamento della sindrome genito-urinaria della menopausa;
- sono necessari ulteriori studi per confermare questa ipotesi.
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