Cano A, Marshall S, Zolfaroli I, Bitzer J, Ceausu I, Chedraui P, Durmusoglu F, Erkkola R, Goulis DG, Lindén Hirschberg A, Kiesel L, Lopes P, Pines A, van Trotsenburg M, Lambrinoudaki I, Rees M.
The Mediterranean diet and menopausal health: an EMAS position statement
Maturitas. 2020 Sep;139:90-97. doi: 10.1016/j.maturitas.2020.07.001. Epub 2020 Jul 15
Valutare i benefici della dieta mediterranea sui sintomi della menopausa: è questo l’obiettivo del documento di consenso messo a punto dalla European Menopause and Andropause Society (EMAS). Hanno contribuito ai lavori numerosi centri clinici e di ricerca, fra cui l’Università di Valencia, lo University Hospital di Basilea, l’Università “Aristotele” di Tessalonica, il Karolinska University Hospital di Stoccolma, l’Università di Nantes, la Sackler Faculty of Medicine di Tel-Aviv e la National and Kapodistrian University di Atene.
Nel mondo ci sono 985 milioni di donne di età superiore ai 50 anni e con un elevato rischio di sviluppare condizioni croniche come le patologie cardiovascolari, l’osteoporosi e la demenza.
La dieta mediterranea è un regime alimentare non restrittivo tipico dei Paesi del bacino Mediterraneo caratterizzati dalla coltivazione dell’olivo. Il lavoro svolto dalla EMAS documenta ed esamina le evidenze provenienti da studi osservazionali e trial randomizzati sugli effetti della dieta mediterranea sulla salute a breve e lungo termine della donna in menopausa, con particolare riferimento a:
- sintomi diretti da carenza estrogenica;
- malattie cardiovascolari;
- osteoporosi;
- salute mentale e cognitiva;
- cancro al seno;
- mortalità generale.
Queste, in estrema sintesi, le principali considerazioni e raccomandazioni:
- nel breve-medio termine, la dieta mediterranea può migliorare i sintomi vasomotori, moderare la pressione arteriosa, stabilizzare i livelli di colesterolo e glicemia, e attenuare la depressione;
- nel lungo termine, può ridurre il rischio e gli eventi avversi cardiovascolari, migliorare la densità ossea, prevenire il declino cognitivo, attenuare il rischio di cancro al seno e abbassare il tasso di mortalità generale.