- Indice:
- Fisiopatologia degli ambienti vaginali e vescicali
- L'azione dei biofilm patogeni
- Un nemico ostinato
- Biofilm extracellulari
- Le persister cell
- Biofilm intracellulari
- La cronicizzazione delle patologie
Fisiopatologia degli ambienti vaginali e vescicali
In particolare, la flora lattobacillare in simbiosi con l’ospite può organizzarsi in biofilm fisiologici e formare un ecosistema vaginale sano ed equilibrato.
L’equilibrio tra le diverse comunità batteriche e micotiche del biofilm fisiologico può alterarsi:
- per squilibri ormonali, e soprattutto per carenza estrogenica (da amenorrea ipotalamica o da stress fisico o psichico; amenorrea da allattamento; amenorrea da menopausa);
- per infezioni da germi endogeni provenienti dall’intestino (“saprofiti patogeni”), come l’Escherichia Coli e simili;
- per infezioni esogene, da rapporto sessuale (malattie sessualmente trasmesse);
- per infezioni esogene da oggetti/biancheria contaminata (per esempio da gonococco).
Questo può causare la comparsa di biofilm patogeni. Lo squilibrio della flora microbica residente causa le infezioni ricorrenti sia della vagina (vaginiti) sia delle vie urinarie inferiori (cistiti) che costituiscono un serio problema medico in quanto, attualmente, non esistono terapie efficaci a lungo termine.
L'azione dei biofilm patogeni
I germi patogeni associati alle vaginosi batteriche, aerobiche, da candida e alle cistiti, e alle secrezioni vaginali ad esse correlate, hanno tutti la tendenza a formare biofilm. In tempi brevissimi il biofilm formato da una singola specie viene sostituito da un consorzio batterico e fungino stabile rendendo ancora più problematica la sua eliminazione.
Questo spiega la frequente incompleta risposta agli antibiotici e agli antifungini e l’alta presenza di forme morbose recidivanti uro-ginecologiche resistenti agli antibiotici e tendenti alla cronicizzazione. I biofilm, quando presenti, rendono i batteri da 10 a 1000 volte più resistenti al trattamento antibiotico rispetto al fenotipo planctonico, e posseggono una naturale resistenza agli effettori della risposta immune.
Un nemico ostinato
Anche in presenza di un’eccellente risposta immunitaria cellulare e umorale, le infezioni sostenute da biofilm spesso non sono risolte dai meccanismi di difesa dell’ospite. Tutte le donne affette da cistiti e vaginiti recidivanti hanno una colonizzazione vaginale di Escherichia Coli presente anche durante periodi asintomatici e manifestano una relazione inversa tra numero di coliformi e numero di lattobacilli. Inoltre, la presenza di una vaginite aerobica, o almeno la presenza di un biofilm polimicrobico vaginale comprendente l’Escherichia Coli, è sempre rilevata nei giorni precedenti un episodio di cistite.
E’ stato dimostrato che nei 14 giorni che precedono una Urinary Tract Infection (UTI) la presenza di batteri periuretrali aumenta dal 46% al 90%, la batteriuria dal 7% al 69%, la leucocyte esterasi dal 31% al 64%, la sintomatologia vaginale dal 3% al 43% (P=008).
Biofilm extracellulari
Conseguentemente, i biofilm extracellulari rivestono un’importanza rilevante in molte infezioni croniche e da impianti biomedici, a carattere recidivante, che sembrano intrattabili con gli antibiotici. Lo sviluppo di recenti tecniche di microscopia a laser confocale ha reso possibile l’osservazione diretta degli aggregati batterici e fungini in situ a diverse profondità e ha permesso di osservare che i patogeni presenti in natura, in sistemi naturali e patologici, crescono sotto forma di biofilm.
I biofilm extracellulari, spesso di natura polimicrobica, comportano:
- una più lenta e ridotta penetrazione degli antibiotici all’interno della matrice polimerica del biofilm stesso;
- un’elevata frequenza di coniugazione fra i batteri, che promuove lo scambio di plasmidi contenenti geni codificanti per resistenze multiple agli antibiotici;
- un’attività antagonista di cataboliti microbici che, interagendo con le molecole antibiotiche, ne neutralizzano l’attività;
- l’insorgenza di “persister cell”, fenotipi batterici resistenti agli antibiotici generatisi per carenza di ossigeno e di nutrienti nelle zone più lontane dalla superficie del biofilm.
Le persister cell
Singoli batteri multiresistenti e aggregati microbici che si distaccano in modo continuo da un biofilm maturo, sia esso monospecie o multispecie, fungono da inoculo persistente promuovendo nell’organismo nuovi siti di colonizzazione e dando luogo alle cosiddette infezioni polimicrobiche antibiotico-resistenti a crescita sessile e tendenti alla cronicizzazione.
Recentemente i biofilm extracellulari in ginecologia sono risultati i principali agenti causali di vaginosi batterica, vaginite aerobica, vaginite da candida, vaginite da trichomonas, infezioni urogenitali quali cerviciti, endometriti, salpingiti, malattia infiammatoria pelvica (PID) e infezioni ostetriche o amniotiti. Pertanto, le vaginiti non devono più essere considerate come infezioni sostenute da un singolo patogeno ma come una sindrome polimicrobica caratterizzata da un significativo aumento della carica batterica aerobica, anaerobica e fungina, eventualmente con un ceppo patogeno dominante.
Biofilm intracellulari
La formazione di IBCs in cellule uroteliali spiega come le infezioni della vescica possano persistere anche a fronte di robuste difese dell’ospite. I batteri intracellulari, maturando in biofilm, creano rigonfiamenti simili a baccelli e vengono racchiusi in una matrice polisaccaridica circondata da un guscio protettivo di uroplachina in prossimità della superficie. All’interno del biofilm, le strutture batteriche interagiscono con la matrice circostante, e le comunità batteriche associate al biofilm possono andare incontro a variazioni regionali di espressione genica.
I biofilm intracellulari sono principalmente presenti in vescica e possono instaurare fenomeni infiammatori cronici come la sindrome della vescica dolorosa, oppure fenomeni di cistite interstiziale. La durata temporale dalla colonizzazione da parte di cellule batteriche di U-PEC dell’urotelio vescicale, fino alla cistite interstiziale conclamata, può richiedere fino a 5-7 anni, durante i quali si assiste a una persistente infiammazione negletta nelle sue principali caratteristiche fisiopatologiche.
Alcune osservazioni sperimentali hanno mostrato infatti che l’Escherichia Coli può formare biofilm intracellulari, a localizzazione principalmente vescicale, con persister cell completamente resistenti agli antibiotici e alle cellule effettrici del sistema immunitario, rendendo tali infezioni croniche e ricorrenti.
La cronicizzazione delle patologie
Per questi motivi l’attenzione dei clinici e dei microbiologi è rivolta alla ricerca di alternative alla terapia antibiotica, che spesso nelle cistiti e vaginiti recidivanti sono inefficaci, stimolano la “SOS response” e la formazione di persister cell, creando ceppi batterici antibiotico-resistenti, nonché un’elevata disbiosi intestinale e vaginale.
Una diagnosi accurata delle secrezioni vaginali è quindi essenziale per stabilire la terapia più efficace a lungo termine. Lo vedremo nella seconda parte della scheda.
- La serie completa
- Secrezioni genitali femminili: semeiotica e clinica - 1: Biofilm patogeni
- Secrezioni genitali femminili: semeiotica e clinica - 2: Le diverse età della donna
Parole chiave:
Biofilm patogeni
Cistite
Secrezioni vaginali
Sindrome della vescica dolorosa / Cistite interstiziale
Vulvo-vaginite