Sonia R. (Venezia)
Il punto non è “aver tutto”, ma lo stato emotivo con cui si riesce a vivere e convivere anche con il successo conquistato duramente, con disciplina, determinazione e volontà, allenando al meglio indubbi talenti naturali che tuttavia, da soli, non portano da nessuna parte. A questo aggiunga che, ad ogni età e ad ogni livello esistenziale e sociale, i lutti affettivi gravi – quando perdiamo una persona per noi davvero significativa – scatenano in noi un senso profondo di abbandono, di solitudine e di nuovo attivano i sistemi cerebrali dell’ansia. Questo lei lo conosce per vita, quando ha perso la sua amata nonna. E forse anche per Federica non è del tutto superato il lutto profondo per aver perso Alberto Castagnetti, il grandissimo allenatore che ha fatto di una ragazzina potenzialmente molto dotata una splendida atleta reale. Si è tatuata il suo nome, gli ha dedicato vittorie memorabili: ma forse – e dico forse con pudore, è solo una mia ipotesi – nei momenti di maggiore pressione sotto gara le manca la certezza davvero ansiolitica di quella presenza, quel sentirsi emotivamente sicuri che nasce da alchimie misteriose di fiducia e attaccamento che non si possono spiegare a parole. E anche se una positivissima famiglia e un amore di qualità possono certo aiutare, il perdere una persona unica, per ruolo e sintonia, può lasciare un vuoto nel cuore che riattiva l’ansia quando la pressione è alle stelle. Immagino che Federica sia ottimamente seguita dal punto di vista medico, oltre che sportivo, dove grazie anche al nuovo CT Stefano Morini continua a fare benissimo, come ha dimostrato a questi ultimi Europei. Ti ringrazio davvero, Sonia, per aver dato voce a quanto un farmaco usato bene possa davvero cambiare la vita a chi soffre di attacchi d’ansia. A Federica Pellegrini, un augurio di cuore perché la sua ansia ben curata si sciolga, finalmente, come neve al sole.
Prevenire e curare – Come prevenire gli attacchi d'ansia?
- evitare tutti gli eccitanti (caffè, the, bibite con caffeina come red-bull, droghe);
- usare – su prescrizione medica- i preziosi psicofarmaci, che, ben usati, normalizzano i centri dell’ansia sregolati da fattori fisici e/o psichici. Gli “inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI)” e le benzodiazepine calmano il sistema di allarme che è in tilt. E possono rapidamente ridare qualità di vita a persone che a causa dell’ansia non vivevano più;
- un piccolo segreto: è saggio iniziare da dosi minime e salire gradualmente alla dose terapeutica, perché possibili effetti collaterali possono comparire prima dell’effetto curativo, se non si rispetti questa regola base di gradualità. Lo stesso vale per la riduzione dei farmaci, quando il benessere è stato ritrovato stabilmente;
- in parallelo, una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale (con terapeuti specializzati in quest’area) ottimizza e stabilizza il risultato dei farmaci, migliorando il benessere globale.