Le scrivo in un momento di amarezza. Ho perso mio marito a causa di una terapia sessuologica… perfettamente riuscita. Lui è – ancora adesso, a 48 anni – un uomo bellissimo. Per 20 anni, pur essendo corteggiatissimo, mi è sempre stato fedele: in verità, credo di poter dire a posteriori, non per virtù, ma per paura. Soffriva di ejaculazione precoce e non voleva fare brutte figure. Io ero comunque molto felice perché ero (sono) ancora innamorata, perché mi piaceva da morire (incredibile, forse, dopo vent’anni di matrimonio) o forse perché non l’ho mai sentito mio fino in fondo. Avevamo un’intesa bella e variata, io lo cercavo molto e a lui piaceva.
La nostra felicità, per questa terapia riuscitissima (non credevo ai miei occhi, il suo problema è scomparso completamente!) è durata un mese. Poi ha cominciato ad uscire sempre più spesso da solo, è diventato sgarbato, irritabile, l’intimità con lui sembra gli stia diventando un dovere.
Ieri sera mi ha detto che vorrebbe andare a vivere sa solo, perché qui in casa gli manca l’aria… Tutto il nostro amore distrutto da questa frenesia di conquista che finalmente si può consentire. Ho cercato di farlo ragionare, facendogli notare che non gli ho mai chiesto dove vada o cosa faccia, e che quest’euforia momentanea potrebbe passare. Niente. Mi ha detto che finalmente ha capito cosa vuole dalla vita: divertirsi prima che sia troppo tardi.
Può una terapia riuscita devastare la coppia? Lei pensa che tornerà a casa, passata la mattana?
Marina
La nostra felicità, per questa terapia riuscitissima (non credevo ai miei occhi, il suo problema è scomparso completamente!) è durata un mese. Poi ha cominciato ad uscire sempre più spesso da solo, è diventato sgarbato, irritabile, l’intimità con lui sembra gli stia diventando un dovere.
Ieri sera mi ha detto che vorrebbe andare a vivere sa solo, perché qui in casa gli manca l’aria… Tutto il nostro amore distrutto da questa frenesia di conquista che finalmente si può consentire. Ho cercato di farlo ragionare, facendogli notare che non gli ho mai chiesto dove vada o cosa faccia, e che quest’euforia momentanea potrebbe passare. Niente. Mi ha detto che finalmente ha capito cosa vuole dalla vita: divertirsi prima che sia troppo tardi.
Può una terapia riuscita devastare la coppia? Lei pensa che tornerà a casa, passata la mattana?
Marina
Sì, gentile signora, purtroppo sì, una terapia ben riuscita può anche avere come esito di far saltare la coppia, e più spesso più di quanto si pensi. Contrariamente all’opinione comune, un problema sessuale può essere un eccellente fattore di stabilizzazione della coppia, come è successo a voi. Per esempio, può favorire la fedeltà, che non è certo in questo caso una virtù, ma una necessità per mantenere l’autostima. Può generare dinamiche di potere, con vantaggi secondari soddisfacenti per il partner apparentemente sano: per esempio, lui può avere un problema di erezione che permette a lei di sentirsi il polo forte della coppia e con un “costante desiderio inappagato”. Ed ecco che non appena il problema erettivo di lui è trattato con successo, in lei scompare del tutto il desiderio… che magari non era forte nemmeno prima, ma veniva enfatizzato per lo meno a livello immaginario e dichiarativo, per mettere in angolo il marito ogni qualvolta spuntasse un diverbio per le più futili ragioni. Al punto che lui, frustratissimo e arrabbiato, quando il problema erettivo si è risolto e i rapporti potrebbe essere frequenti e felici, si rivolge altrove. Altre volte, lui si lamenta per lo scarso desiderio di lei: e quando lei si riaccende e comincia a guardarsi intorno e si innamora, lui resta basito e infuriato, che un tale tradimento abbia potuto realizzarsi con una che “fino a prima della terapia dormiva sonni profondi (sessualmente parlando, naturalmente)”. Gli esempi sono innumerevoli: è anche questa una delle ragioni per cui molti temono la terapia, accusata di aver fatto “saltare la coppia” . In realtà la coppia salta quando la sua unità era di fatto fittizia, quando si basava su dinamiche difensive rispetto a problemi che non era stata in grado di affrontare sul terreno interpersonale, quando i sottili ricatti che il partner “sano” mette in atto coprono in realtà un vuoto affettivo sempre più profondo. La verità è che una terapia ben riuscita fa saltare solo coppie che già si stavano sgretolando, sotto una facciata perfetta, o in cui il partner portatore del sintomo aveva già da tempo smesso di amare... Nel suo caso, non certo per colpa sua, ma perché il narcisismo di suo marito era solo coattivamente tenuto a bada dalla paura di fare brutta figura, come lei dice come molta acutezza.
Tornerà? Onestamente non credo, gentile signora. Mi sembra poco probabile (ma non impossibile, certo!). Un marito che è rimasto fedele solo per paura, e che improvvisamente si può consentire di fare il seduttore e ottenere quello che vuole in termini di giochi d’amore e di conquista, è inusuale che torni a casa. Capisco la sua amarezza e la sua malinconia. Ma non faccia Penelope: aspetterebbe, temo, invano.
Tornerà? Onestamente non credo, gentile signora. Mi sembra poco probabile (ma non impossibile, certo!). Un marito che è rimasto fedele solo per paura, e che improvvisamente si può consentire di fare il seduttore e ottenere quello che vuole in termini di giochi d’amore e di conquista, è inusuale che torni a casa. Capisco la sua amarezza e la sua malinconia. Ma non faccia Penelope: aspetterebbe, temo, invano.