- Indice:
- Premessa
- Che cos'è l'ejaculazione precoce?
- C'è un modo obiettivo per "misurare" la precocità?
- Valutazione clinica: la natura del disturbo
- Valutazione clinica: l'associazione con altri disturbi
- Valutazione clinica: la percezione del piacere
- Valutazione clinica: il tipo di paziente
- Valutazione clinica: l'influenza di farmaci e altre sostanze
- Valutazione clinica: gli aspetti relazionali
- Come si può affrontare insieme il problema?
- Quando il paziente è giovane: il ruolo dell'enuresi
- Quando il paziente è giovane: l'importanza dell'esperienza
- Conclusioni
- Approfondimenti specialistici
Premessa
Perché si parla di “terapie integrate”? Perché il solo trattamento farmacologico migliora rapidamente il sintomo in un’elevata percentuale di pazienti (1-7), ma la sua efficacia è spesso limitata al periodo di assunzione del farmaco. L’integrazione tra farmaci e lavoro sessuologico sembra invece garantire una risposta più duratura, anche dopo la sospensione del farmaco.
In questa scheda analizzeremo le fasi della diagnosi; in una scheda successiva prenderemo in considerazione la terapia integrata oggi più efficace. Il tracciato diagnostico, dal canto suo, può costituire anche una “scaletta”, un promemoria, che il lettore eventualmente interessato dal disturbo potrà utilizzare per riflettere sul problema e prepararsi in modo più consapevole alla visita medica.
Che cos'è l'ejaculazione precoce?
C'è un modo obiettivo per "misurare" la precocità?
Valutazione clinica: la natura del disturbo
L’ejaculazione precoce primaria, ossia presente fin dalle prime esperienze sessuali, ha una forte base ereditaria, genetica. L’obiettivo terapeutico è in tal caso quello di aiutare l’uomo a raggiungere il miglior livello di controllo sul riflesso orgasmico, e quindi di durata dell’erezione prima dell’ejaculazione, ottimizzando le sue caratteristiche biologiche.
Se il disturbo è secondario, il medico sessuologo deve chiarire se si tratti di un disturbo assoluto, ossia con tutte le partner e in tutte le situazioni, o se sia relativo al momento, alla situazione o alla partner. Inoltre occorre procedere subito a un approfondimento medico che includa:
- l’esame obiettivo uroandrologico, con particolare attenzione alla presenza di prostatiti subcliniche (cioè senza sintomi evidenti);
- l'esame colturale del tampone uretrale dopo massaggio prostatico;
- l’esame colturale del liquido seminale.
Queste verifiche consentono di capire se la precocità acquisita, o secondaria, sia in realtà dovuta a un’infiammazione, che accelera il riflesso ejaculatorio.
Un altro aspetto da non trascurare, nei pazienti che abbiano precedentemente goduto di una buona competenza ejaculatoria, è la possibilità che la precocità sia solo il sintomo di un deficit erettivo, in particolare di mantenimento, di cui il paziente non sia ancora pienamente consapevole. In questo caso, prima di procedere ulteriormente sul fronte della disfunzione ejaculatoria, è importante verificare la qualità dell’erezione.
Valutazione clinica: l'associazione con altri disturbi
Valutazione clinica: la percezione del piacere
Valutazione clinica: il tipo di paziente
- gli aggressivi pulsionali;
- gli ipoaggressivi fusionali.
Gli “aggressivi pulsionali” sono uomini ad alta libido, tonici, pieni di energia, che hanno difficoltà a modulare la loro esuberanza erotica ma che in positivo, e proprio grazie a queste loro caratteristiche, rispondono molto bene alla terapia. In altre parole, il pulsionale “funziona” bene dal punto di vista fisiologico, ha un elevato ritmo ejaculatorio, si eccita molto e rapidamente, a livello mentale e fisico. Dal punto di vista strettamente clinico, se in un certo periodo della vita questo tipo di persona ha rapporti poco frequenti, e non si masturba, la precocità può “scattare” come una specie di valvola di sicurezza. La forte pressione biologica, in questo caso, può ridursi addirittura spontaneamente se la persona riprende un “ritmo” ejaculatorio più vicino a quello ottimale per la sua costituzione. Dal punto di vista psicosessuale, il maggior fattore di vulnerabilità è rappresentato dalla scarsa tolleranza alla frustrazione e all'ansia.
Gli “ipoaggressivi fusionali” presentano una prognosi più incerta. Sono infatti persone a scarsa libido, con un basso ritmo ejaculatorio e un’identità sessuale fragile: spesso hanno sofferto o soffrono di enuresi, e hanno un rapporto molto stretto con la figura materna (il termine "fusionale" si riferisce proprio a questo aspetto). Dal punto di vista psicosessuale, questi soggetti hanno una grandissima paura (inconscia) della loro potenziale aggressività e distruttività, anche perché spesso hanno bisogno di fantasie di tipo sadico per eccitarsi. In questi casi è evidente che il problema ejaculatorio è solo la punta dell'iceberg: e il medico quasi certamente proporrà un lungo e approfondito lavoro sessuologico di tipo psicodinamico, in modo da agire sui fattori psicosessuali di base che altrimenti vanificherebbero l'approccio più pragmatico della terapia sessuale breve.
Valutazione clinica: l'influenza di farmaci e altre sostanze
Valutazione clinica: gli aspetti relazionali
- se il paziente abbia o meno una partner fissa, e da quanto tempo;
- la qualità della relazione, in termini sia affettivi sia sessuali (precocità a parte). Conflittualità più o meno sommerse, ostilità fredda, esaurimento dell'intesa sono fattori così rilevanti che spesso possono rendere vana l’intera terapia. La disponibilità reale della partner a partecipare o meno al lavoro terapeutico va quindi verificata sin dalle prime sedute, così da impostare correttamente il programma successivo;
- la qualità della sessualità della partner: il medico, per esempio, dovrebbe verificare se la donna prova desiderio, se ha una normale lubrificazione vaginale, se prova l’orgasmo, per lo meno con la stimolazione clitoridea, e se nel complesso vive positivamente la propria sessualità e quella della coppia al momento della consultazione.
In generale, va ricordato che l’ejaculazione precoce è un disturbo estremamente frustrante per entrambi i partner: l’uomo si sente inadeguato, e può risentirne a livello di autostima e fiducia in sé, con contraccolpi depressivi anche importanti. La donna prova un’irritazione crescente nell’essere continuamente delusa e frustrata e può sviluppare una forte aggressività nei confronti del partner. Può inoltre avvertire una caduta secondaria di desiderio e difficoltà di eccitazione. In molte donne la difficoltà a provare l’orgasmo durante la penetrazione può dipendere proprio da un tempo di penetrazione vaginale, e quindi di stimolazione, insufficiente. La coppia, in altre parole, avverte una crescente insoddisfazione che può causare un graduale abbandono dei rapporti e di ogni forma di intimità, fino all’astinenza totale. Sfortunatamente la scarsa frequenza, aumentando anche la tensione e la “pressione” biologica, tende a peggiorare ulteriormente il sintomo, per cui il tempo di penetrazione diventa sempre più breve.
Come si può affrontare insieme il problema?
Quando il paziente è giovane: il ruolo dell'enuresi
a) meccanismo neurologico, dovuto al ritardo maturativo dei meccanismi di controllo cortico-midollare che modulano sia il riflesso minzionale sia il riflesso ejaculatorio;
b) meccanismo psicosessuale, in quanto il ritardo nell'acquisizione del controllo sfinterico rallenta il raggiungimento della capacità di autonomia, incrina l'autostima e la fiducia in se stessi, e perturba le normali tappe relazionali tipiche della seconda infanzia e dell’adolescenza. Inoltre la “confusione” fra la perdita notturna involontaria di urina e le prime polluzioni può creare un’associazione simbolica negativa molto difficile da districare.
Se l'enuresi, oggi trattabilissima, viene curata in ritardo, il ragazzo rischia di sviluppare un’identità sessuale più fragile, di essere meno assertivo, di non riuscire a controllare l'ansia e di vivere un ritardo maturativo complessivo che lo porta a posticipare anche le prime esperienze sessuali.
Quando il paziente è giovane: l'importanza dell'esperienza
Conclusioni
Approfondimenti specialistici
Fluoxetine in the treatment of praecox ejaculation
Abstract presented at the American Association of Urology (AUA) Congress, Las Vegas, April 1995
2) Waldinger M.D.
Lifelong premature ejaculation: from authority-based to evidence-based medicine.
BJU Int. 2005 Jan; 95 (1): 191
3) DSM-IV-R - Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali
Masson, Milano, 1995
4) Riley A. Segraves R.T.
Treatment of premature ejaculation.
Int J Clin Pract. 2006 Jun; 60 (6): 694-7
5) Montague D.K. et Al.
AUA guideline on the pharmacologic management of premature ejaculation.
J Urol. 2004 Jul; 172 (1): 290-4
6) Crépault C.
Dal seme di Eva
Franco Angeli Editore, Milano, 1989
7) Graziottin A. Maraschiello T.
Farmaci e sessualità
Airon Editore, Milano, 2002
8) Kaplan H.S.
Nuove terapie sessuali
Bompiani, Milano, 1982, p. 341-370
9) Graziottin A. Chiozza M.L.
Nocturnal Enuresis: social aspects and treatment perspectives in Italy
Scand. J. Urol. Nephrol. Supp. 163, 21-28, 1994
- La serie completa
- Ejaculazione precoce: la diagnosi
- Ejaculazione precoce: la terapia
Parole chiave:
Ansia da prestazione
Disturbi dell'orgasmo / Anorgasmia
Eiaculazione precoce
Rapporto di coppia