Psicoterapeuta attenta e affettuosa, aggiunge: «Non mi sembra sia questione di stress. In famiglia andiamo d’accordo. A scuola è sempre andata bene. Ha un bel carattere. Molti amici. Fa il quarto anno di università, ingegneria elettronica. Gliela mando perché secondo me c’è qualcosa di fisico che non va! Ho dovuto insistere un bel po’ perché venisse».
Giulia ha una bella postura, eretta e flessuosa, le spalle aperte con grazia naturale. Calma, un bell’assetto interiore. Una ragazza che ha avuto il dono di essere amata fin da piccola. Solo lo sguardo scrutante tradisce la preoccupazione: «Questa storia del ciclo sta diventando pesante. Io con la pillola sto benissimo: non mi accorgo neanche di prenderla! Non ho cellulite, niente di niente. Il ciclo mi arriva regolare, non ho dolori né il nervosismo prima del ciclo che hanno tante mie amiche. Mia mamma continua a insistere che non è normale che il mio ciclo sia così ballerino quando la sospendo. Mi ha convinta a venire da lei. Ho sospeso la pillola il mese scorso, come lei ci ha suggerito di fare, e ho i risultati degli esami che aveva richiesto. Il ciclo non mi è arrivato. Come al solito».
Un’occhiata agli esami mi inquieta. «In famiglia c’è qualcuno che ha avuto malattie autoimmuni? Tiroiditi, oppure artrite reumatoide, o celiachia o sclerosi multipla?».
«No, non mi pare. Però chiederò meglio ai mei genitori».
«Lei soffre di intolleranze alimentari? Al glutine o al lattosio? O di allergie respiratorie, riniti o asma?».
«No, posso mangiare quello che voglio senza problemi. In famiglia siamo tutti magri e tonici», aggiunge con un guizzo d’orgoglio nella voce.
«Nessuna malattia importante in passato?».
«No. Solo una cosa che aveva preoccupato molto i miei genitori. Ma poi è rientrata col cortisone, senza lasciare strascichi».
«Cos’era successo?».
«Avevo 16 anni. Una domenica mattina mi sono svegliata e vedevo doppio, proprio doppio. Non capivo. Mia mamma, che era venuta a svegliarmi, si è agitata da matti. Ha chiamato mio papà, non so cosa gli abbia detto ma si è agitato anche lui, che di solito è molto calmo. Ho avuto paura, più per la loro agitazione che per vederci doppio. A parte quel disturbo, non avevo dolori, niente. Hanno chiamato un amico neurologo, che è venuto di corsa, anche se era domenica. Mi ha visitata con tanta cura e gentilezza. Ha anche un po’ rimproverato i miei genitori: Non la spaventate a questa maniera! Domani facciamo tutti gli esami».
«La diagnosi qual è stata?».
«Una neurite ottica, che è scomparsa col cortisone. Me l’ero dimenticata…».
«Autoimmune?».
«Sì, mi pare. Però se ne è andata come è venuta, come le ho detto».
Se ne è andata quell’avvisaglia, inquietante come una prima scossa di avvertimento, penso tra me. Come le irregolarità del ciclo. I segnali di avvertimento vanno compresi nelle loro cause profonde, prima di essere mascherati o zittiti, temporaneamente, con cure che simulano la normalità. Mentre in realtà possono coprire un processo patologico che nell’ombra continua ad agire, silenzioso e insidioso.
Ho imparato a diffidare dalle malattie autoimmuni e dagli errori del sistema immunitario, il nostro esercito, che le sottendono. La malattia autoimmune compare quando il sistema immunitario attacca le cellule del proprio corpo, invece che i nemici. Un fuoco amico. Quando comincia a sbagliare, lo fa sempre di più. In Giulia, da anni, ha silenziosamente attaccato le ovaie (ovarite autoimmune). Il primo segnale è stato proprio quel ciclo irregolare. Da indagare subito. Si è perso tempo prezioso. Purtroppo ora la riserva ovarica, ossia la fertilità residua, è molto ridotta. Forse la crioconservazione degli ovociti le consentirà di poter avere un figlio in futuro, prima dell’incombente menopausa precoce. La mamma aveva visto lontano.
Ciclo, mestruazioni e disturbi mestruali Malattie autoimmuni Menopausa precoce Sistema immunitario