Mamma in angoscia
L’endometriosi è una malattia caratterizzata dalla presenza di cellule endometriali al di fuori della sede corretta (endometrio “ectopico”, ossia fuori posto). Queste cellule rispondono alle stimolazioni ormonali come le cellule correttamente poste nell’endometrio, nella mucosa che riveste la parte interna dell’utero. Crescono in altezza sotto l’effetto degli estrogeni prodotti dall’ovaio nella prima parte del ciclo. Si arricchiscono di zuccheri per l’effetto del progesterone, prodotto dall’ovaio dopo l’ovulazione. E si sfaldano, con liberazione di sangue, sostanze pro-infiammatorie e prostaglandine, dovunque si trovino, quando la produzione di estrogeni e di progesterone da parte dell’ovaio cessa per quel ciclo, se non c’è stata fecondazione, affinché tutto si rinnovi il ciclo successivo. Se l’endometrio è ectopico, il sangue che si libera nei tessuti o in peritoneo è in assoluto il più potente fattore di allarme per il corpo, e il più potente evocatore di infiammazione e di dolore. Ecco perché il dolore va sempre ascoltato.
Ritardo di diagnosi: perché è frequente?
Per l’endometriosi, la diagnosi può essere clinica, in base ai sintomi (Box 2) che la giovane donna lamenta, e/o strumentale, con l’ecografia pelvica, la risonanza magnetica nucleare pelvica ed eventualmente la laparoscopia.
Quando non si ascoltano i sintomi, e si aspetta fino a trovare lesioni “visibili” con gli attuali mezzi di indagine, si rischia di trascurare una malattia potenzialmente già attiva nei tessuti da anni, con tutti i danni che ne derivano.
Attenzione: fortunatamente non tutti i cicli molto dolorosi sono causati dall’endometriosi: si pensa il 30-40%. Tuttavia è sempre corretto ridurre tempestivamente il dolore e il numero di cicli, sia perché la mestruazione dolorosa, ancor più se abbondante, divora energia vitale di per sé, sia perché per ora non è possibile diagnosticare per tempo le donne il cui dolore è causato proprio da un’endometriosi sottostante, ancora invisibile. Sono in corso ricerche molto interessanti su marcatori precoci, sul sangue.
Box 1. La storia naturale delle malattie
Il primo tempo, molto più lungo, anni in genere, va dall’inizio delle alterazioni cellulari dentro i tessuti alla lesione visibile con gli attuali mezzi di indagine.
Il secondo tempo va dalla diagnosi di lesione visibile, che dà il nome alla malattia, confermata con il successivo esame istologico, alla cura, quando ancora possibile.
Una cellula ha un diametro che varia dai 10 micron (10 millesimi di millimetro: le dimensioni di un globulo rosso) a 20-30 micron o poco più. Una lesione, per esempio di endometriosi, di 2 millimetri cubici, visibile solo da ginecologi, ecografisti e radiologi super esperti, ha circa 14.000 cellule, che hanno già un alto potenziale infiammatorio e di dolore, soprattutto se sono presenti a decine nella profondità dei tessuti. Ecco perché anticipare la diagnosi nel primo tempo, ascoltando i sintomi mentre le lesioni sono ancora “invisibili” perché molto piccole, è essenziale.
Ciò è vero anche nei tumori. Un tumore alla mammella di 1 centimetro cubico contiene circa un miliardo di cellule ed è iniziato mediamente 10 anni prima della diagnosi mammografica. Per molti anni, mentre cresceva, era rimasto al di sotto della attuale soglia media di visibilità (5-6 mm). Un primo tempo di dieci anni, un secondo tempo variabile a seconda del tipo di tumore, delle cure effettuate, dell’età e delle condizioni generali di salute. Più precoce è la diagnosi, migliori sono le possibilità di cura efficace!
Box 2. I sintomi che devono far pensare a un'endometriosi
- cicli abbondanti;
- cicli molto dolorosi;
- dolore durante la defecazione nella settimana di mestruazioni;
- dolore durante la minzione con sangue nelle urine;
- dolore ai rapporti nella penetrazione profonda;
- dolore pelvico cronico.
Mai banalizzare il dolore
Purtroppo, ancora oggi, molti studi indicano che il dolore è il sintomo più “normalizzato”: uno scacco, dal punto di vista della tempestività della diagnosi e delle cure.
Ecco perché è indispensabile che:
1. i medici vengano formati molto meglio nello studio e nella cura del dolore in ogni campo specialistico;
2. i ginecologi prestino più attenzione alla diagnosi tempestiva e alla cura del dolore mestruale;
3. le donne (e i genitori, quando hanno figlie adolescenti) chiedano diagnosi tempestive e cure serie ed efficaci;
4. si abbia più fiducia nelle cure ormonali. Se prescritte bene e tempestivamente, possono davvero cambiare in meglio la vita e salvare la salute: generale, procreativa e sessuale.
Cosa dicono le donne italiane
Cause di dolore mestruale severo nella donna giovane
- il flusso troppo abbondante;
- l’endometriosi, una malattia dolorosa, seria e ingravescente, che può ridurre la fertilità, la qualità della vita e l’intera salute.
I cicli si considerano molto abbondanti, quando il consumo di tamponi o assorbenti è superiore a 5 al giorno. Ne soffre il 20% delle donne italiane intervistate, con molti altri sintomi (Box 3). Contribuisce all’anemia da carenza di ferro (sideropenica). Ben il 25-30% delle donne soffre di questo tipo di anemia, anche in Italia. Per ridurre una causa chiave di dolore mestruale è necessaria una diagnosi tempestiva ed efficace di ciclo abbondante, con prescrizione di cure ormonali adeguate, per ridurre il numero di flussi e riportarli alla normalità.
Box 3. Attenzione ai cicli abbondanti
- astenia e riduzione dell’energia vitale;
- depressione, che raddoppia nelle donne anemiche;
- ridotta capacità di attenzione, concentrazione e memoria;
- crampi notturni;
- caduta dei capelli;
- perdita del desiderio sessuale.
Ritardo diagnostico e modestia delle cure
Dalla indagine condotta sulle donne italiane, solo il 32% delle donne riceve una prescrizione adeguata per il dolore mestruale da parte del ginecologo, e solo il 13% dal medico di medicina generale. Le altre ricorrono a internet (30%!), alle amiche, o, già meglio, al farmacista. Il 71% usa analgesici antinfiammatori e solo il 12% ha avuto in prescrizione una cura ormonale adeguata.
Quali sono le cure più tempestive ed efficaci?
- estroprogestinici usati a scopo terapeutico. Pillola, cerotto o anello vaginale vanno usati in continua (ossia senza pause tra una confezione e l’altra di ormoni) per tre-quattro mesi, con una pausa di 4 giorni e poi ricominciando. Si riducono quindi sia il numero di mestruazioni, da 13 cicli a 3-4 l’anno o anche meno, sia la quantità di flusso, l’infiammazione e il dolore associati;
- progestinici, come il dienogest o il noretisterone acetato, sempre in continua. Il concetto chiave è che per frenare la possibile endometriosi sottostante, ancora invisibile ma già attivissima, bisogna ridurre il più possibile il numero di cicli e la quantità del flusso.
La terapia medica, con queste caratteristiche, va sempre iniziata per prima in caso di “adenomiosi”, l’endometriosi che si trova dentro la parete dell’utero, ossia nello spessore del miometrio, il muscolo che la costituisce, e/o di endometriosi minima infiltrante profonda.
L’intervento chirurgico andrebbe riservato all’endometriosi che si sviluppa nelle ovaie (“endometrioma”, se le dimensioni superano i 4-5 cm di diametro) e o alle lesioni infiltranti che diano sintomi e segni severi, per esempio lesioni della parete intestinale o vescicale.
Con la giusta terapia medica, quando indicata, l’endometriosi può essere tenuta sotto controllo, con minima o assente progressione, che si traduce in:
- netta riduzione dell’infiammazione e del dolore;
- netta ripresa dell’energia e della gioia di vivere.
Auguri di cuore per sua figlia e per tutte le giovani donne che hanno iniziato con fiducia la terapia medica.
Anemia Diagnosi differenziale Dienogest Dolore mestruale / Dismenorrea Endometriosi / Adenomiosi Flussi abbondanti Noretisterone acetato Regime contraccettivo esteso