“Ho scoperto con orrore che mia figlia, 20 anni, si è fatta un piercing al capezzolo!!! Sono rimasta di sale. E’ una ragazza per altri aspetti deliziosa: ben educata, tranquilla, studiosa, con ottimi risultati all’università. Avrei capito un piercing all’ombelico o all’orecchio. Ma proprio lì no! Le ho chiesto di toglierlo ma mi ha detto che l’ha appena fatto e che le piace tanto. Mi aiuti a capire: perché mai l’avrà fatto? E che rischi potrebbe correre?”.
Maria Grazia G. (Trieste)
Maria Grazia G. (Trieste)
Perché l’ha fatto? Lo stupore è comprensibile, soprattutto se una figlia, o un figlio, sono sempre stati percepiti come “bravi ragazzi” . Il piercing è per molti giovanissimi un gioco, un segno di appartenenza e di conformismo, una moda, che molti genitori accettano ormai tranquillamente. Alcune sedi, tuttavia, come il capezzolo, la lingua o i genitali, destano comprensibile sorpresa e preoccupazione. E’ come se l’autoaggressività implicita nel piercing , soprattutto in alcune sedi, svelasse al genitore un lato del figlio, o della figlia, sconosciuto. “Perché mai l’avrà fatto?” è allora la domanda inquietante, che va al di là del gesto o della sede in sé, ma investe quella grande area di segreti che ogni figlio, in realtà, porta con sé.
Perché gli adolescenti si fanno il piercing?
Per ragioni estetiche e di piacere personale. Chi si fa fare un piercing lo ritiene un abbellimento del corpo e di sé. Ma anche un segno di distinzione (da quelli che non lo fanno), tanto più speciale quanto più il piercing va a toccare sedi delicate o “proibite”, come il capezzolo o i genitali. Fino alla dipendenza, nei casi estremi in cui tutto il corpo diventa una sorta di trincea piena di fili spinati e di anelli. Per la verità, come tutte le distinzioni che poi diventano di massa, alla fine anche il piercing può diventare un’espressione di conformismo. Secondo uno studio inglese, appena pubblicato sul British Medical Journal, almeno una persona su 10 al di sopra dei 16 anni e circa il 50 per cento degli individui di età compresa tra i 16 e i 24 ha almeno un piercing. Un fenomeno ormai di massa, con rischi purtroppo molto sottovalutati. Tra questi, il più importante è la carenza di attenzioni igieniche: più di un terzo del giovani che si sottopongono al piercing, secondo lo studio inglese, lo fa in condizioni di rischio per infezioni: per esempio l’epatite.
Perché scegliere proprio quella parte del corpo?
“Perché mi ha dato un picco di adrenalina!”. “Per l’emozione dell’attesa, la paura del dolore, l’eccitazione, il gusto di condividere la decisione con la mia migliore amica: ce lo siamo fatte fare tutte e due!”. “Perché mi piace avere una cosa speciale…”. Così mi hanno risposto diverse ragazze, quando questo piercing particolare è stato evidente durante la visita ginecologica. Come se anche le ragazze più tranquille avessero bisogno di eccitazioni speciali, e di emozioni forti, con cui segnare addirittura il proprio corpo in modo visibile. Per molte ragazze e ragazzi, il piercing può essere visto come un rito di iniziazione: una sorta di segno di passaggio che molti adolescenti ricercano perché li fa sentire grandi e diversi, anche dalle aspettative, non solo estetiche, che i genitori hanno di loro. Una scelta di rottura, o una provocazione, quasi per dire: “Guarda, mamma: anche la tua bimba perfetta fa cose che non ti piacciono...”.
E' frequente questo tipo di il piercing?
Il piercing è in genere più frequente nelle donne giovani e tra adolescenti. Interessante, sempre secondo lo studio inglese, tra maschi e femmine c’è una differenza nelle sedi preferite: le donne prediligono ombelico, naso, orecchio e lingua, mentre gli uomini capezzolo, sopracciglio, orecchio e lingua.
Quali rischi comporta il piercing al capezzolo nella donna?
Accanto al rischio generale di infezioni, ha alcuni rischi specifici: l’infezione può infatti occludere lo sbocco di alcuni dotti galattofori, che durante l’allattamento servono a trasferire il latte dai lobuli, dove viene prodotto, al capezzolo, per nutrire il bambino. Questo potrebbe comportare stasi di latte nei dotti ostruiti, infezioni (mastiti) e la necessità di sospendere l’allattamento. “Ma non potrò allattare dall’altro seno?”, mi ha ribattuto serafica una di queste fanciulle. No, perché la terapia per sopprimere la lattazione (in caso di mastite grave) la inibisce da entrambi i lati. E questa potrebbe essere una conseguenza molto pesante di un gesto percepito solo come giocoso od originale. Tuttavia non sono a conoscenza di ricerche scientifiche specifiche e sistematiche sulle conseguenze a lungo termine di questo tipo di piercing. Più in generale, il piercing ci fa riflettere sul bisogno di emozioni forti, di riti di iniziazione e di rischi, che anche gli adolescenti più fortunati, amati e ben cresciuti, portano con sé. Bisogno che si esaspera poi in quelli meno fortunati, in condizioni più disagiate od emotivamente emarginate, che si espongono di più a rischi di infezioni, specie nel piercing “fai da te” tra adolescenti. Ecco perché non bisogna banalizzare.
Prevenire e curare – Come limitare i danni da piercing
Il piercing fatto da piercer improvvisati, che non utilizzano aghi monouso e materiale rigorosamente sterilizzato, comporta il rischio di trasmettere infezioni gravi. L’uso di aghi non sterilizzati o monouso, comporta un rischio del 16% di contrarre l’epatite B, del 12% di contrarre l’epatite C e dello 0,5% di contrarre l’AIDS. Pertanto, bisogna:
- aumentare il controllo sulle condizioni igieniche in cui il piercing viene praticato;
- migliorare l’informazione, a casa e a scuola, oltre che sui media, sui maggiori rischi che alcune sedi delicate portano con sé;
- evitare il “fai da te” tra amici e adolescenti;
- preferire centri seri e controllati;
- evitare sedi più delicate e a rischio di complicanze come la lingua, il capezzolo (specie nelle ragazze) e i genitali.
- aumentare il controllo sulle condizioni igieniche in cui il piercing viene praticato;
- migliorare l’informazione, a casa e a scuola, oltre che sui media, sui maggiori rischi che alcune sedi delicate portano con sé;
- evitare il “fai da te” tra amici e adolescenti;
- preferire centri seri e controllati;
- evitare sedi più delicate e a rischio di complicanze come la lingua, il capezzolo (specie nelle ragazze) e i genitali.