“Io e mio marito desideriamo tanto un bambino. Il mese scorso sembrava proprio che fosse la volta buona, perché avevo tre giorni di ritardo. Allora ho fatto il test, che ha dato esito positivo, e l’ho ripetuto il giorno dopo, sempre con lo stesso risultato. E invece, due giorni dopo, mi è venuta la mestruazione. Secondo il mio ginecologo si è trattato di un aborto precocissimo. Lei cosa ne dice? Se possono essere ingannati così facilmente, a cosa servono questi test comprati in farmacia?”.
Eleonora (Milano)
Eleonora (Milano)
La diagnosi del suo medico, gentile Eleonora, è quasi certamente corretta: l’aborto precocissimo è l’evento più probabile in casi come il suo. Ciò premesso, capisco la sua delusione e anche le sue perplessità: i test di gravidanza fatti a casa sono davvero affidabili? La risposta è affermativa, a certe condizioni. Vediamo quali.
Il test di gravidanza si basa sul dosaggio della gonadotropina corionica (Human Chorionic Gonadotropin, o beta HCG), un ormone prodotto dal tessuto che poi diventerà la placenta. Il concepimento avviene quando gli spermatozoi, risalendo l’apparato genitale femminile, incontrano l’uovo maturo all’altezza del terzo esterno della tuba. L’uovo fecondato viene trasportato in utero dal movimento delle cellule ciliate della tuba stessa, in un viaggio che dura all’incirca tre giorni. L’uovo resta poi sospeso all’interno della cavità uterina, iniziando a crescere, per altri tre-quattro giorni. Infine si annida, affondando nell’endometrio le propaggini di quella che diventerà la placenta. A questo punto inizia anche la produzione di beta HCG, che stimola il corpo luteo, ossia ciò che resta del follicolo dopo l’ovulazione, a produrre grandi quantità di progesterone, destinate a mantenere rilassata la parete uterina. Inoltre, insieme agli estrogeni, la gonadotropina attiva la sintesi delle proteine necessarie a rinforzare la parete muscolare dell’utero stesso.
Il beta HCG è dosabile nel sangue, anche in dosi bassissime: anticorpi specifici si combinano con l’ormone rivelandone la presenza. Siccome però il beta HCG viene eliminato con le urine, è possibile dosarlo anche a casa, sin dal primo giorno di ritardo, con un semplicissimo test (cfr. primo box).
I prodotti attualmente in commercio sono tendenzialmente molto sicuri, perché il beta HCG è specifico ed esclusivo dello stato di gravidanza. La loro affidabilità, tuttavia, dipende anche dalla regolarità del ciclo ovulatorio, e quindi dal momento in cui il test viene effettuato: un ritardo ovulatorio può provocare, nei primissimi giorni, un falso negativo (cfr. secondo box).
Nel suo caso, invece, il test ha dato esito positivo, anche se era già in corso un aborto spontaneo, perché l’eliminazione del beta-HCG dal sangue è un processo lento, che può richiedere anche due settimane. Quindici giorni dopo un aborto spontaneo o provocato è quindi opportuno ripetere il test, per escludere che vi sia del tessuto placentare residuo ancora in attività: in tal caso, è necessario provvedere subito alla sua rimozione, con una revisione chirurgica della cavità uterina (“curettage”, che nel linguaggio comune è noto come “raschiamento”) per scongiurare infezioni che potrebbero degenerare in un addome acuto.
Il test di gravidanza si basa sul dosaggio della gonadotropina corionica (Human Chorionic Gonadotropin, o beta HCG), un ormone prodotto dal tessuto che poi diventerà la placenta. Il concepimento avviene quando gli spermatozoi, risalendo l’apparato genitale femminile, incontrano l’uovo maturo all’altezza del terzo esterno della tuba. L’uovo fecondato viene trasportato in utero dal movimento delle cellule ciliate della tuba stessa, in un viaggio che dura all’incirca tre giorni. L’uovo resta poi sospeso all’interno della cavità uterina, iniziando a crescere, per altri tre-quattro giorni. Infine si annida, affondando nell’endometrio le propaggini di quella che diventerà la placenta. A questo punto inizia anche la produzione di beta HCG, che stimola il corpo luteo, ossia ciò che resta del follicolo dopo l’ovulazione, a produrre grandi quantità di progesterone, destinate a mantenere rilassata la parete uterina. Inoltre, insieme agli estrogeni, la gonadotropina attiva la sintesi delle proteine necessarie a rinforzare la parete muscolare dell’utero stesso.
Il beta HCG è dosabile nel sangue, anche in dosi bassissime: anticorpi specifici si combinano con l’ormone rivelandone la presenza. Siccome però il beta HCG viene eliminato con le urine, è possibile dosarlo anche a casa, sin dal primo giorno di ritardo, con un semplicissimo test (cfr. primo box).
I prodotti attualmente in commercio sono tendenzialmente molto sicuri, perché il beta HCG è specifico ed esclusivo dello stato di gravidanza. La loro affidabilità, tuttavia, dipende anche dalla regolarità del ciclo ovulatorio, e quindi dal momento in cui il test viene effettuato: un ritardo ovulatorio può provocare, nei primissimi giorni, un falso negativo (cfr. secondo box).
Nel suo caso, invece, il test ha dato esito positivo, anche se era già in corso un aborto spontaneo, perché l’eliminazione del beta-HCG dal sangue è un processo lento, che può richiedere anche due settimane. Quindici giorni dopo un aborto spontaneo o provocato è quindi opportuno ripetere il test, per escludere che vi sia del tessuto placentare residuo ancora in attività: in tal caso, è necessario provvedere subito alla sua rimozione, con una revisione chirurgica della cavità uterina (“curettage”, che nel linguaggio comune è noto come “raschiamento”) per scongiurare infezioni che potrebbero degenerare in un addome acuto.
Come funziona il test di gravidanza?
Il test, facilissimo da usare, si compone di striscioline reattive su cui sono presenti “anticorpi monoclonali”, ossia molecole in grado di riconoscere il beta HCG. La striscia di solito viene immersa nell’urina del mattino, che contiene la massima concentrazione di ormone (i test più sensibili sono utilizzabili in qualsiasi ora del giorno). La risposta chimica è leggibile in pochi minuti. Spesso i test vengono venduti in confezione da due, in modo da poter confermare il risultato tre o quattro giorni dopo la prima verifica.
Se l’esito è dubbio, e il ritardo mestruale si protrae, è bene parlarne con il medico curante o il ginecologo. La soluzione consigliata, in questi casi, è di ripetere il test attraverso un prelievo del sangue (“dosaggio plasmatico”), molto più affidabile perché in grado di rilevare dosi anche infinitesime di gonadotropina.
Se l’esito è dubbio, e il ritardo mestruale si protrae, è bene parlarne con il medico curante o il ginecologo. La soluzione consigliata, in questi casi, è di ripetere il test attraverso un prelievo del sangue (“dosaggio plasmatico”), molto più affidabile perché in grado di rilevare dosi anche infinitesime di gonadotropina.
L'affidabilità? Dipende anche dal ciclo
Se il ciclo è regolare, la fecondazione avviene intorno al 14° giorno; dopo una settimana circa inizia l’annidamento dell’uovo fecondato, evento che fa partire la produzione di beta HCG. Il test, in questo caso, può essere utilizzato sin dal primo giorno di ritardo della mestruazione, ossia a 7 giorni circa dall’annidamento e a 14 dal presunto concepimento. In quel momento, la sua affidabilità è del 90 per cento. Questo valore sale al 97 per cento una settimana dopo la mancata mestruazione: se infatti il ciclo è irregolare, l’ovulazione può tardare anche di 6-7 giorni, spostando in avanti l’annidamento e la conseguente produzione della gonadotropina. Una gravidanza di questo tipo sfugge al test effettuato il primo giorno di ritardo, ma viene ben individuata una settimana dopo.