Sintesi del video e punti chiave
Perché la contraccezione tradizionale prevedeva sette giorni di pausa? Quali considerazioni scientifiche e culturali hanno suggerito di ridurre l’intervallo di tempo libero dagli ormoni? Qual è il prodotto oggi più convincente in questo tipo di impiego?
In questo video, la professoressa Graziottin illustra:
- come la formulazione originaria della pillola contraccettiva tendesse a proporre una periodicità che mimasse il ciclo normale, in modo da favorire l’aderenza della donna alla posologia prescritta;
- come, con il tempo, la persistenza dei sintomi infiammatori e il disagio provocato dai disturbi catameniali più gravi abbiano indotto i ricercatori a verificare che cosa sarebbe successo riducendo il numero di pillole placebo;
- i risultati della letteratura più autorevole secondo cui, passando a una formulazione 24+4 o 26+2, tutti i sintomi si attenuano in misura significativa;
- il parallelo mutamento culturale che ha interessato le donne e ha reso accettabile questa evoluzione;
- i risultati, in particolare, di una recente ricerca compiuta su oltre 20.000 donne europee in tema di sospensione delle mestruazioni;
- gli effetti specifici della pillola all’estradiolo valerato e dienogest sui sintomi psichici e somatici, sulla quantità e durata del ciclo, e sul dolore mestruale (dismenorrea), anche di origine endometriosica.
Realizzazione tecnica di MedLine.TV
Link correlati:Mestruazione, infiammazione e dolore: il ruolo dei mastociti Mestruazioni e qualità della vita - Parte 4: La mestruazione come fenomeno infiammatorio
Parole chiave:
Cefalea ed emicrania
Ciclo, mestruazioni e disturbi mestruali
Contraccezione ormonale
Dolore mestruale / Dismenorrea
Infiammazione
Pillola con estradiolo e dienogest