Sintesi dell'intervista e punti chiave
In questa intervista analizziamo innanzitutto gli organi colpiti dalla carenza ormonale:
- il cervello e, in particolare, i tre sistemi (serotoninergico, dopaminergico e colinergico) da cui dipendono il tono dell’umore, l’energia vitale, la vivacità della memoria e dell’intelligenza;
- l’apparato urogenitale, con conseguenze per la vescica, l’ecosistema vaginale e la sessualità;
- il sistema cardiocircolatorio: le donne in menopausa sono più esposte all’infarto;
- l’apparato osteoarticolare: ossa, muscoli, tendini e articolazioni;
- l’apparato digestivo, per la ridotta secrezione delle ghiandole del tratto gastrointestinale;
- gli organi di senso: occhi, gusto, tatto, olfatto e udito.
In secondo luogo illustriamo i risultati di una ricerca condotta dalla Professoressa Graziottin e colleghi statunitensi su 2467 donne in Francia, Italia, Gran Bretagna e Germania, che indaga l’impatto della menopausa chirurgica sulla qualità della vita e dimostra come lo stato di prostrazione e infelicità delle donne operate abbia radici biologiche nella deprivazione ormonale.
In questo contesto, è fondamentale ridare alla donna la linfa perduta, sotto forma di un’appropriata terapia sostitutiva a base di ormoni “bioidentici”, ossia perfettamente uguali a quelli prodotti dalle ovaie prima dell’asportazione: estradiolo, progesterone naturale e a breve, grazie a un nuovo tipo di cerotto, anche il testosterone. L’ovariectomia bilaterale, quando la donna è in età fertile, è infatti l’unico caso in medicina di asportazione di due ghiandole funzionanti, senza che venga ridato al corpo quello che ha perduto. Solo la terapia sostitutiva, effettuata su prescrizione medica e “confezionata” su misura come un vestito, può ridare al corpo e al cuore della donna l’armonia perduta.
Parole chiave:
Estrogeni
Menopausa iatrogena
Salute femminile
Terapia ormonale sostitutiva
Testosterone