Le Cosquer G, Gilletta C, Béoletto F, Bournet B, Buscail L, di Donato E.
Contraception, fertility and inflammatory bowel disease (IBD): a survey of the perspectives of patients, gastroenterologists and women's healthcare providers
BMJ Open Gastroenterol. 2025 Mar 16;12(1):e001669. doi: 10.1136/bmjgast-2024-001669. PMID: 40090672
Valutare il livello di consapevolezza in merito a fertilità e contraccezione fra le pazienti affette da malattie infiammatorie croniche intestinali, i gastroenterologi e gli altri operatori sanitari: è questo l’obiettivo del sondaggio curato da un’équipe di clinici dei dipartimenti di Gastroenterologia e Ginecologia presso il Centre Hospitalier Universitaire di Toulouse, Francia.
Il questionario, anonimo, è stato distribuito consecutivamente a tutte le pazienti in età fertile in visita o ricoverate in reparto; il link al sondaggio è stato inoltre condiviso con i gastroenterologi che le seguivano (GE) e gli altri operatori sanitari dell’ospedale (health care providers, HCP) nel corso di sessioni di formazione dedicate.
Questi i risultati dell’iniziativa:
- hanno completato il sondaggio 222 partecipanti (100 pazienti, 50 GE e 72 HCP);
- il 63% delle pazienti era affetto dal morbo di Crohn, e il 95% in terapia biologica o immunosoppressiva;
- quasi la metà delle donne (47%) non aveva parlato di fertilità o contraccezione con il proprio GE, e solo il 22% lo aveva fatto su esplicita richiesta dello specialista;
- la maggioranza delle donne (80%) e dei GE (54%) non sapeva con certezza se le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) condizionassero l’efficacia della contraccezione;
- solo il 50% degli HCP riteneva che i contraccettivi orali fossero meno efficaci per le pazienti affette da MICI;
- le principali preoccupazioni che influenzavano le decisioni di procreazione delle pazienti vertevano sull’impatto dei farmaci sul fisiologico decorso della gravidanza (51%), sul rischio di trasmettere le MICI al feto (47%) e sul rischio di una riacutizzazione della malattia durante la gestazione (39%).
In realtà, l’unica vera accortezza è quella di scegliere una via di somministrazione differente da quella orale, perché l’alterato transito intestinale conseguente alla malattia può ridurre l’assorbimento del principio attivo, compromettendone l’efficacia contraccettiva.
Le pazienti potrebbero essere informate con campagne di sensibilizzazione presso i luoghi di cura, sul web e attraverso i mezzi televisivi; ai medici e agli altri HCP potrebbero essere dedicate specifiche iniziative di formazione in ambito ECM, oltre che una verifica dei programmi di insegnamento universitari.